Liriche di Giuseppe Bagno

di Redazione

Giuseppe BagnoSANT”ARPINO. Dopo il successo ottenuto al Concorso Internazionale di poesia, narrativa e pittura, organizzato dall”associazione Alias, ealla IX edizione del Premio Nazionale di Poesia dedicato al Beato Gaetano Errico, pubblichiamo le due poesie vincitrici del giovane poeta santarpinese Giuseppe Bagno, che lo stesso vuole dedicare ai lettori di Pupia.

Leggere nel cielo

Ho guardato con occhi stupiti

il grande manto celeste

ho scrutato le nuvole

e ho letto il cielo.

C’era il nero delle rondini,

solitarie e maestose,

c’era il giallo del sole,

forte e luccicante.

C’era il bianco delle nuvole,

grandi e piene di forza,

c’era il blu della pioggia

che scende sulle nostre vite.

Con un pennello e una tavolozza

ho dipinto il cielo,

l’ho preso e l’ho conservato

nel mio cuore.

Il mio pensiero è un lento vagare

in cieli nuvolosi come in cieli sereni,

sempre più vicino alla mia strada

ma pur sempre lontano.

Il muro

Ecco il mio muro, lo imbratto con le poesie, schizzi di inchiostro

sull’intonaco bianco.

E che dire del cielo,

io l’ho dipinto col mio blu,

il colore della malinconia,

il colore della vita.

Sopra questo muro bianco

che sembrava una prigione

io ho disegnato una porta,

l’ho aperta e sono scappato via.

A lungo ho errato per le strade

cercando l’amore,

cercando il bene e la compassione.

Ma la vita non ti insegna nulla

se non glielo dai tu,

se non gli dai le tue gioie,

le tue frustrazioni, le tue paure,

come in un piccolo teatro

con pochi clienti,

dove recita il tuo burattino un fantoccio di legno senza vita,

senza nessuna importanza per gli altri.

Su questa baracca

che sembravauna prigione

io ho disegnato una porta,

l’ho aperta e sono scappato via

adesso nessuno sa dove sono,

né dove sarò;

ma mi sento libero,

non come poeta o burattino

ma come un uomo,

un uomo che ha imparato a volare.

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