SUCCIVO. Credo sia giusto rinnovare la presenza di un museo a Succivo, il museo dell’archeologia atellana, nel quale, oltre alla visita di bellezze straordinarie, più delle volte si sono svolti concerti di musica classica con risposta scarna.
Per quanti ancora non sono al corrente di questa istituzione culturale è giusto fare una presentazione e rinnovare l’invito a conoscere quanta storia e bellezze del territorio custodisce in esso. Il Museo è il felice risultato di un decennale processo formativo, iniziato con il decreto ministeriale del 7 agosto 1991, con il quale veniva ufficialmente istituito il Museo Archeologico dell’Agro Atellano per l’esposizione degli importanti reperti archeologici rinvenuti in primo luogo durante le esplorazioni condotte, intorno agli anni Sessanta dell’ultimo secolo, dal de’ Franciscis e dallo Johannowasky nel territorio appartenente all’antica città di Atella, ora ricadente nei Comuni di Succivo e Orta di Atella.
Le più significative testimonianze delle civiltà che si insediarono nel passato in quest’area hanno infine trovato ospitalità nell’edificio, un tempo adibito a caserma, destinato a sede museale dal Amministrazione Comunale di Succivo, al cui restauro ed allestimento hanno contribuito negli anni, oltre alla competente Soprintendenza per i Beni Archeologici delle province di Napoli e Caserta, anche gli Enti di governo regionale e locale, con la collaborazione delle associazioni culturali e il sostegno di tutta la popolazione, che potrà condividerne il godimento con il pubblico giovanile e altri attesi visitatori e dovrà, nel contempo, garantirne la continuità e tutelarne la conservazione nel prossimo futuro a sicuro vantaggio della promozione socio-culturale della collettività. L’allestimento del museo si svolge su due piani.
Il primo piano caratterizzato dall’ esposizione di reperti archeologici provenienti dall’area urbana di Atella e dal suo territorio, in particolare dalle necropoli. La prima tra queste, quella rinvenuta nel 1981 in località Tredici del Castagno a Gricignano di Aversa, databile tra il III e il IV sec. d.C. Segue la documentazione sulle necropoli di Villa di Briano, Frignano, Succivo, Carinaro, i cui resti sono emersi tra il 1926 e il 1927, nel corso di lavori per la linea ferroviaria. Queste necropoli sono caratterizzate dalla presenza di ceramica capuana a figure rosse e di ceramica a vernice nera di ottima qualità (seconda metà del IV – inizio del III sec. a.C.).
Importanti sono le testimonianze provenienti da Caivano, le cui sepolture comprendenti ricche tombe a cassa, in tufo, con piano di copertura in tegole o a fossa sono databili tra il 350 e il 330-320 a.C. Nelle sepolture maschili sono stati rinvenuti cinturoni, armi o strigili; in quelle femminili, ornamenti personali. Sempre da Caivano provengono testimonianze relative al periodo romano. Altri reperti sono pertinenti alle località di Aversa, Sant’Antimo e Gricignano, esplorate anch’esse tra il 1927 e il 1930, a cui si aggiungono i risultati delle campagne di recupero in occasione dei lavori svolti nel 1999. Infine, si trovano qui i reperti della città di Atella propriamente detta, provenienti dall’area urbana e dalla necropoli S-E. Le tombe di questa necropoli, esplorata in anni recenti sulla base dei ritrovamenti degli anni 1959-60, databili tra la fine del V e tutto il III sec. a.C., sono caratterizzate da ricchi corredi funerari, con vasi a vernice nera, vasicampani a figure rosse, e oggetti di ceramica attica.
Il periodo romano tra il II e il I sec. a.C. documentato dalle sepolture di Sant’Arpino (con raffinati oggetti tra cui un pettine, una scatola con finiture e uno specchio con manico in osso lavorato) e dalla tomba a camera ritrovata nel 1966 in località Starza (con tre balsa mari in terracotta ed un unguentario in alabastro rinvenuti in una custodia di piombo).
La necropoli a sud della città antica testimonia il momento storico compreso tra il I e il IV sec. d.C. Al piano superiore sono esposti i reperti provenienti dalla necropoli localizzata nell’area dell’insediamento U.S. Navy di Gricignano di Aversa, pertinenti all’Orientalizzante antico (fine VIII – inizio VII sec. a.C.), particolarmente significativi per la comprensione del rapporto tra la popolazione greca coloniale e quella indigena nella regione a sud del fiume Clanis, finora poco documentata. Il museo si trova in piazza IV Novembre adiacente via Roma, facilmente riconoscibile dall’esposizione del tricolore. L’ingresso è gratuito ed è possibile visitarlo dalle ore 9.00-19.00 (chiuso il lunedì;e inoltre: il 1° gennaio, il 1° maggio, il 15 agosto e il 25 dicembre). Su richiesta anche visite guidate per scuole e gruppi.