Caro Ciaramella, chiudiamo gli edifici pubblici

di Nicola Rosselli

CiaramellaCaro Sindaco Ciaramella, questa mia lettera vuole essere innanzitutto un’esortazione ad agire nei tuoi confronti non come giornalista (anche se approfitto dell’habitus per rivolgermi direttamente a te) ma come cittadino dell’Agro Aversano stanco di vivere in un territorio martoriato.

Territorio che, comunque, non intendo lasciare. Al di là di tutti i problemi che tutti conosciamo e che non voglio ancora una volta evidenziare, mi rivolgo a te per quanto riguarda il problema dei rifiuti; quell’emergenza rifiuti che ormai ha raggiunto limiti non più sopportabili per un paese civile. Tu e i tuoi colleghi del Consorzio GeoEco avete rassegnato le (finte) dimissioni per richiamare l’attenzione degli organismi centrali. Tutti, però, ed anche tu, sapevamo che sarebbero state inutili. A questo punto credo che tu debba adottare, possibilmente di concerto con i tuoi colleghi primi cittadini, provvedimenti che effettivamente portino alla “chiusura della città”. I sindaci hanno un potere di emanare ordinanze in caso di necessità ed urgenza in settori quali la sanità l’istruzione, il commercio e, cosa più importante, sono i responsabili primi della salute dei loro concittadini. A questo punto, preso atto che siamo sicuramente in una situazione di necessità ed urgenza, ti chiedo di “chiudere la città” e di convincere i tuoi colleghi a fare altrettanto. Chiudiamo le scuole, chiudiamo gli uffici pubblici, chiudiamo gli esercizi commerciali, sospendiamo la fiera settimanale ed il mercato ortofrutticolo, chiudiamo l’ospedale garantendo solo le urgenze. I motivi per farlo ci sono tutti e saresti nella piena legalità. “Provvedimenti troppo forti, addirittura ulteriormente punitivi per i cittadini e per l’economia locale” penserai. Ma credo sia il solo modo per fare sì che finalmente qualcuno si accorga di noi.

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