La classica passeggiata per lo shopping natalizio ad Aversaè vietata. Fra traffico e mancanza di parcheggi, non potevano mancare i cumuli di rifiuti e laria pullulante di polveri sottili dal sapore di diossina. video
Una situazione insostenibile che, aggravata dalla presenza della camorra e dall”immobilismo della politica, non si sa per quanto tempodurerà: la monnezza invade le strade, i marciapiedi, le inferriate dei palazzi e persino gli ingressi degli ambulatori, il tutto sotto gli occhi rassegnati (e i nasi assuefatti) degli abitanti dellagro aversano. I commercianti sono sul piede di guerra. Carmine Cirino, proprietario di un negozio di abbigliamento a Via Roma si lamenta: E” più di un mese che sono costretto a convivere con la vetrina del mio negozio coperta dai rifiuti, un danno economico non irrilevante considerando lodore spiacevole che arriva fin dentro, così non si può continuare. Ma il problema maggiore è dei disabili e delle mamme con il passeggino che, oltre alle barriere architettoniche naturali, devono superare un ostacolo insormontabile: le montagne di rifiuti. Così i pedoni sono costretti o a non uscire di casa o a rischiare la propria incolumità camminando al centro delle carreggiate. Dallinvasione dei rifiuti urbani non sono risparmiati i locali della Azienda Sanitaria Locale: sia il Poliambulatorio (ex I.N.A.M.) sito in Via Di Giacomo, sia lingresso della sede centrale dellAsl in Via Santa Lucia, accolgono pazienti e visitatori con una montagna di sacchi maleodoranti. A Via Costantinopoli i rifiuti spesso attraversano la strada e arrivano fino allingresso della chiesa, non cè spazio per le macchine, che sono costrette a cambiare percorso. I piazzali e le poche aree verdi della città, salvate dallabbattimento degli alberi e dalla cementificazione selvaggia, sono invece diventati temporanei siti di stoccaggio.E” impossibile fare una lista di tutti i luoghi, mi limito a citare lingresso della ex stazione Alifana, lo spiazzale antistante al Cimitero e Piazza Bernini, a pochi passi dalla Clinica San Paolo.
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