Estorsioni, carabinieri arrestano Agnifili e Corzo

di Antonio Taglialatela

Giovanni AgnifiliAVERSA. Nella tarda serata di venerdì, ad Aversa, in piazza del Popolo, i carabinieri della sezione operativa del gruppo di Aversa, guidati dal tenente Fabio Gargiulo, hanno arrestato Giovanni Agnifili, 32 anni, per tentata estorsione aggravata ai danni di un imprenditore aversano.

Assieme a lui è finito in manette, con l’accusa di favoreggiamento e resistenza a pubblico ufficiale) Gennaro Corzo, 49 anni, nativo di Lusciano ma residente ad Aversa, presso la cui abitazione si nascondeva Agnifili. Quest’ultimo, ritenuto, assieme a Corzo, affiliato al clan dei casalesi – gruppo Ciocia, era destinatario di un provvedimento di fermo emesso lo scorso 27 novembre dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli. Per sottrarsi alla cattura, Agnifili si era reso irreperibile Gennaro Corzoda diverse settimane, pertanto erano state avviate mirate indagini per individuare il nascondiglio. Obiettivo centrato, dopo una meticolosa attività info-investigativa, dai carabinieri della sezione operativa del Norm che ieri sera hanno fatto irruzione nell’appartamento di Corzo dove soggiornava Agnifili, il quale è stato subito catturato. Corzo, invece, ha tentato di darsi alla fuga da un’uscita secondaria dell’edificio, composto da 24 appartamenti. I militari lo hanno individuato al quinto piano, dove si era rifugiato in un’abitazione. Durante l’arresto Corzo ha tentato ancora di scappare e, con non poche difficoltà, i carabinieri lo hanno bloccato e condotto negli uffici del Gruppo di Aversa. Agnifili e Corzo sono stati trasferiti presso la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere in attesa di giudizio.

Agnifili fu arrestato lo scorso 27 ottobredai carabinieri aversani,assieme adAngelo D’Alesio, 28, altra persone ritenuta affiliata ai Ciocia. I due presentarono in mattinata in un cantiere ad Aversa, sollecitando un imprenditore a pagare la tangente, più volte richiesta con minacce. Si allontanarono, avvertendo di ritornare più tardi. Nel frattempo, l’imprenditore avvisò i carabinieri chegiunsero prontamente sul posto con un’auto civetta. Agnifili e D’Alesio tornarono per riscuotere il denaro ma furono bloccati dagli uomini dell’Arma ed associati al carcere di Santa Maria Capua Vetere.Poco dopo, a causa di un vizio procedurale, fu scarcerato dal Riesame. Poi la nuova ordinanza di fermo emanata dalla Procura.

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