Bloccati i mutui alla Regione Campania

di Redazione

Giuseppe SaglioccoNAPOLI.La decisione della Cassa Depositi e Prestiti di ritardare l’erogazione di ulteriori mutui alla Regione Campania è una chiara dimostrazione di insolvenza. Antonio Bassolino sta portando questo Ente alla bancarotta fraudolenta.

La lunghissima querelle, a suon di carteggi, tra l’istituto di credito e l’Ente regionale ha sortito, come unico effetto, il blocco dei finanziamenti a centinaia di Comuni, che avevano scelto come garante la Regione Campania, per la realizzazione di importanti opere di urbanizzazione primaria”. Così Giuseppe Sagliocco, presidente della Commissione speciale di controllo delle attività della Regione e degli Enti collegati, commenta l’ennesima nota inviata a Palazzo Santa Lucia, dall’istituto di credito in data 6 novembre 2007. “I sindaci dei Comuni fino a quindicimila abitanti dovrebbero beneficiare dei fondi regionali per la crescita e lo sviluppo del loro territorio. Questo non sarà più possibile visto che la Regione, in qualità sia di garante che di beneficiaria, non potrà accendere più alcun fido”, continua il consigliere regionale di Forza Italia, “una situazione disastrosa e preoccupante per le casse di Palazzo Santa Lucia, poiché, attualmente, per lavori pubblici negli Enti locali, la spesa da iscrivere in bilancio ammonta a 190 milioni di euro ed è già prevista una potenziale accensione di mutui per circa 150 milioni di euro, per decreti già emessi, e ulteriori 480 milioni circa per richieste di finanziamento (per le quali non è ancora intervenuta la concessione)”. Sagliocco analizza “le ripercussioni che quanto denunciato avrà sulle persone meno abbienti. La maggior parte delle leggi regionali senza copertura finanziaria, infatti, riguarda le persone in difficoltà economiche; tra queste basta citare: la n. 11 del 1984 per la “prevenzione, la cura e la riabilitazione degli handicap e per il loro inserimento nella vita sociale”, che, all’articolo 26, prevede anche contributi economici alle famiglie per gli anni 1984/85/86; la sbandierata n. 2 del 2004, meglio conosciuta come “reddito di cittadinanza” e la n. 24 del 2005, che istituisce il “reddito per la vita a vantaggio delle donne in allattamento, sia italiane che straniere, in condizioni economiche disagiate”. Quest’ultimo provvedimento, in particolar modo, è eclatante poiché fu approvato per garantire il sostentamento dei neonati nei primi due anni di vita e, invece, non ha mai visto alcun stanziamento di fondi, sin dalla sua entrata in vigore. Tutto questo nonostante l’Arsan, su richiesta della Regione Campania, avesse censito la presenza sul territorio di 22.000 soggetti aventi diritto. Ciò la dice lunga su come la Regione Campania speculi, senza scrupoli morali, sui bisogni e sulle necessità della gente”. Sagliocco, infine, conclude: “Secondo fonti regionali, infatti, la disponibilità finanziaria attuale è di soli trenta milioni di euro, insufficiente, di fatto, a coprire anche una sola di queste disposizioni precedenti e, ovviamente, ogni altra futura forma di intervento sociale. Tutto questo è di una gravità sconcertante e dimostra l’assoluta faccia tosta degli amministratori regionali, pronti – in ogni occasione – a ribadire, con la massima propaganda, il loro aleatorio impegno a favore dei più sfortunati, pur sapendo che, materialmente, già non dispongono della copertura in cassa e che, così facendo, soprattutto a causa dell’allegra gestione dei fondi perpetrata finora, stanno procedendo speditamente verso la bancarotta in bilancio”.

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