Sono le ore 20 di un freddo inverno, guardi da lontano i binari che vanno verso linfinito, verso quella terra fatta di tante ombre che hai abbandonato con rammarico.
Sei stanco, hai deciso di tornare al punto di partenza, sei indeciso, ma dentro echeggia la voglia di riabbracciare la tua terra. Il lampione illumina il tuo volto sofferente dal distacco delle tue origini, la luce è fioca, avvolta da una nebbiolina che per tanti anni è stata la tua compagna di tristezza in quelle sere di malinconia. Sei ancora convinto di lasciare tutto e tornare indietro, pensaci, potresti sbagliare. Il desiderio è più forte di te. Ti giri, dai lultimo sguardo a quella finestra dalla quale ogni sera immaginavi questo momento, guardavi i treni che andavano verso sud e lambivi la speranza che un giorno saresti partito anche tu per sempre. Quella finestra è la tua casa, ti mette tristezza vederla chiusa in questa notte di ricordi. Ti guardo, sei triste, forse non vuoi, la voglia è più forte di te, la nostalgia ti ha preso e ti sta portando di nuovo da dove sei scappato. Non farlo, sei stato bene qui, hai iniziato a vivere, a scoprire i lati migliori della società, hai trovato un lavoro, una casa, ti manca soltanto la famiglia. Sta arrivando anche quella se tu non vai via, e riconosci in quellamica langelo della tua vita, lei ti ama ed anche tu gli vuoi molto bene. Ti prego, ascoltami anche questa volta non partire per un mondo che non ti appartiene più. Sei di coccio, stai salendo sul treno del ritorno, dai lultimo sguardo al tuo mondo, quello che troverai sarà diverso, sarà come tornare nella preistoria.
Siamo arrivati, il lungo viaggio di ritorno è al capolinea. Che cè, ti vedo spaesato, è la tua terra, volevi tanto che arrivasse questo momento e già ti manca qualcosa. Svegliati, è la Campania, la tua meravigliosa terra, dai girati intorno guarda lo squallore, ti avevi avvisato, cosa credevi trovare! Non è cambiato nulla, è tutto come lhai rimasto, si sono trascorsi sette anni, purtroppo le note dellorchestra sono sempre le stesse, il maestro non è cambiato quale musica ti aspettavi di ascoltare. Mi viene da ridere, è inutile, la tua speranza di trovare un mondo migliorato è stato disatteso dalla realtà, quel giornale che hai in mano dice le stesse cose che diceva il giorno che sei partito. Povero sciocco, cosa credevi di trovare il paradiso, girati intorno, vedi, cè ancora tanta immondizia dappertutto. Leggi.. leggi.. il giornale, parla ancora come allora di criminalità, andiamo via dalla stazione prima che ti prendo a schiaffi.
Un bacio alla mamma, perché sei tornato ha ragione tua madre, massimo due giorni e riparto, questo non è più il mio mondo, qui è rimasto tutto comera, mi sono illuso, qui non cambierà mai nulla. Bravo così mi piaci, per un momento mi hai fatto paura, avevo creduto veramente che tu volessi tornare qui. Non volermene sono da sempre il tuo pensiero, ti seguo passo passo, non ti ho mai tradito, andiamo via, lì cè un angelo che ti aspetta che ti darà quello che ti manca, così avrai avuto tutto quello che questa terra ti ha sempre negato.
Questo brano è dedicato a tutte quelle persone che per disperazione hanno lasciato la Campania, non per sconfitta, ma soltanto per dimostrare a se stessi le proprie capacità. Altrove le hanno potute mettere in atto e qui gli sono state sempre negate, perché la regione è sempre rimasta al punto di partenza, e nessuno ha mai lavorato seriamente affinché la campania partisse uscendo dal degrado in cui è sempre stata.
Per chiunque torna dopo tanti anni, trova sempre il treno della regione Campania fermo sul binario morto in attesa di poter partire, purtroppo quella partenza viene sempre rinviata, e quel treno pieno di passeggeri, con tanta speranza dentro, rimane inesorabilmente proprio su quel binario. Chi è rimasto aspetta la partenza, rassegnandosi con desolazione e tanta tristezza nel proprio animo, consapevoli che quel treno non partirà mai, perché sono 50anni che aspetta che il semaforo diventi verde e ciò non avviene mai.