CASERTA. Il vicecapogruppo di Alleanza Nazionale al comune di Caserta, Marco Cerreto, si dice indignato dal meccanismo perverso ed elefantiaco previsto dallo statuto dellAto 5 che il consiglio sarà chiamato da approvare martedì 18 dicembre.
In quanto a carrozzoni politici eravamo abituati alla scuola insuperabile di Bassolino, – dichiara Cerreto – ma essere chiamati a votare per il recepimento di uno statuto che i casertani hanno a lungo desiderato per essere autonomi da Napoli, ed avallare una realtà che si annuncia essere, appunto, uno dei più grandi carrozzoni della politica di Terra di Lavoro fa vergognare di essere cittadini campani ed amministratori della cosa pubblica. In un momento di grande difficoltà del paese ed in un momento di condivisa moralizzazione della politica e dei costi della stessa, la regione Campania e la Provincia di Caserta ci propongono di porre in essere il cosiddetto Ato 5, che dovrà gestire il ciclo integrato delle acque. Per farlo, in ossequio ai principi ispiratori anche dellultima finanziaria, che non ha esitato, giustamente, a tagliare numero dei consiglieri comunali e provinciali, dovrà eleggere almeno 130 membri dellassemblea, addirittura a Caserta ne spetterebbero 4; un consiglio di amministrazione di 5 membri; un presidente di consiglio di amministrazione; alcune, non si specifica quante e quali, commissioni consultive; nominare esperti da inserire nellorgano tecnico regionale; eleggere tre revisori; e non poteva mancare il direttore generale; senza contare ovviamente il personale. Per Cerreto è inutile sottolineare che i costi e gli emolumenti, che graveranno interamente sulla comunità dei cittadini della provincia di Caserta, saranno decisi dallassemblea politica dellente. Ritengo inaccettabile tale modo di procedere e lo denunceremo a gran voce in consiglio comunale, chiedendo al Presidente della Provincia di produrre immediatamente le osservazioni del caso. Credo che i casertani conclude lalleanzino – auspicassero di essere liberi di autodeterminare il futuro del ciclo di un bene comune come lacqua e non di contribuire con le tasse a mantenere lennesimo e scandaloso carrozzone di poltrone inutili e ostative a qualsiasi risultato concreto per il bene pubblico.