CASERTA. Il consigliere nazionale dellAgroalimentare Ugl e segretario provinciale del settore Ferdinando Palumbo lancia un appello per salvare il vino del Sud Italia.
Ricordo discretamente quando nel mezzogiorno d’Italia i produttori di vino erano pochi, e fatte salve le aziende che producevano il Cirò, il Greco di Tufo, l’Aglianico del Taburno, il Primitivo di Manduria, il Cerasuolo ed altre poche eccellenze, il settore non riusciva a decollare. Ci sono voluti decenni affinché il vino del Sud riuscisse ad emergere ed a guadagnarsi un posto sui mercati nazionali ed esteri. La pratica dello zuccheraggio per aumentarne la gradazione, votata in sede comunitaria, potrebbe vanificare i risultati ottenuti con professionalità e sacrificio dai viticoltori meridionali. Aumentare artificiosamente il tasso alcolico consentirà a taluni paesi europei fino ad oggi poco avvezzi alla produzione del vino, la commercializzazione di bevande succedanee, che a prezzi inferiori e vendute come vino invaderanno i mercati senza peraltro specificare sull’etichetta i procedimenti produttivi attuati. Non credo sia corretto cambiare i protocolli che assicurano la qualità delle merci per aumentare produzione e concorrenza, si parla spesso della qualità con la quale i prodotti europei dovrebbero competere con quelli orientali e poi si mortificano le eccellenze concedendo, ad esempio, ad un infuso di mele prodotto in Polonia di essere equiparato al vino. Bisogna – conclude il sindacalista informare e coinvolgere produttori e consumatori affinché si ponga un freno a questa deregolamentazione normativa, cercando di evitare peraltro effetti negativi sulla occupazione. Nel momento in cui il vino diventasse una bibita come le altre, le produzioni potrebbero essere delocalizzate anche fuori dall’Italia.