Ucciso a Cesa, la pista porta ai Verde

di Redazione

Francesco Verde (Negus)CESA. La distanza che corre tra Casandrino e Cesa, tra Sant’Antimo e Aversa, è la stessa che separa un quartiere dall’altro della stessa città continua, di quell’unica megalopoli che forma le periferie di Napoli e Caserta. E poco conta il fatto che di differenti province si tratta, perché negli scenari di camorra i confini sono di tutt’altro genere.

Cesario FerrieroCapita, così, che il boss di Sant’Antimo possa comandare anche su una fetta dell’agro aversano, in quel patto di mutua assistenza che lo lega – anzi lo legava fino a ieri sera – a uno dei clan di Cesa o Gricignano. Ed è per questo che quando, la sera di Natale, la camorra ha rotto la tregua e ha sparato, ammazzando un imprenditore colpevole di essere figlio e fratello di fiancheggiatore del boss di Cesa, Nicola Caterino, c’è chi ha ipotizzato che non di faida locale si trattasse ma di vendetta arrivata dalla vicina Sant’Antimo, proprio dalla famiglia Verde. Chiacchiere di strada, che al momento non sembrano aver trovato riscontri investigativi, ma che pure sono tornate in evidenza ieri, quando qualcuno ha ammazzato il «Negus» di Sant’Antimo che è andato a morire proprio ad Aversa. In comune i due omicidi hanno la contiguità geografica ma anche la spietatezza nell’esecuzione – Cesario Ferriero, 26 anni appena, è stato ucciso sotto casa della fidanzata con quaranta proiettili – e la scelta dei killer di ignorare la tregua natalizia. Forse c’è anche di più. L’impresa edile della famiglia Ferriero operava anche a Sant’Antimo. Rapporti di affari e non solo. Ma non era con i Verde che gli imprenditori aversani avevano a che fare, anzi. Li separava una distanza insuperabile, l’alleanza tra Nicola Caterino (e quindi il padre e il fratello del morto, ai quali di recente era stato revocato il certificato antimafia) e il clan Puca. Un’amicizia antica, come radicata era l’antipatia tra Caterino, uomo dei Casalesi in permanente contrasto con il vecchio capozona di Cesa Amedeo Mazzara, e , vecchio amico di Bardellino. Nello scacchiere di camorra, lì dove i confini non contano, i due omicidi commessi a distanza di appena tre giorni potrebbero avere, quindi, una lettura comune ed essere il segnale di un’alleanza nuova che si sta formando nell’hinterland casertano-napoletano. O di una modifica dei rapporti di forza che potrebbe, a breve, portare ad altri omicidi.

Il Mattino (ROSARIA CAPACCHIONE)

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