Fini: “Il Vassallum è una truffa”

di Antonio Taglialatela

Gianfranco Fini ROMA. “E’ un’autentica truffa”. Con queste parole il leader di An Gianfranco Fini definisce la riforma elettorale elaborata dal politologo costituzionalista Salvatore Vassallo, già battezzata “Vassallum”, sul modello tedesco-spagnolo.

Dall’assemblea di partito riunita all’Ergife, Fini annuncia la contrapposizione di An alla proposta di legge ed attacca il sempre più ex alleato Silvio Berlusconi, che sta discutendo la nuova riforma con il segretario del Pd Walter Veltroni. “Se pensa di fare l’asso pigliatutto degli elettori di centrodestra con il Vassallum è meglio che se lo tolga dalla testa”, sbotta Fini, che affonda ancora sul Cavaliere: “Vuole il vassallum? Allora non si può più invocare l’unità del centrodestra. Come si fa se si da vita ad una legge elettorale che assicura le mani libere ai partiti? In realtà Berlusconi sta minando l’unità del popolo di centrodestra che è in favore di un bipolarismo per cui si sta o di qua o di là”. E conclude: “Si sfida il ridicolo quando Berlusconi dice ‘bisogna essere uniti’, ‘bussate e vi sarà aperto’. Qui non siamo al teatrino della politica ma siamo alle comiche finali”. A replicare il vicecoordinatore di Forza Italia, Fabrizio Cicchitto: “Fini usa un meccanismo psicoanalitico fondato sulla rimozione e dimentica due anni e mezzo di verifiche e contestazioni e la successiva apertura delle ostilità dopo la manifestazione del 2 dicembre dello scorso anno”.

Il “Vassallum” prevede che l’Italia venga suddivisa in un numero di collegi pari alla metà dei seggi da assegnare. I collegi, a loro volta, vengono raggruppati in circoscrizioni elettorali medie, da 6-8 seggi che assegnano tra i 12 e i 16 seggi al massimo. Un 50% degli eletti viene scelto con l’uninominale, il restante 50 sulla base del voto circoscrizionale, con liste di partito (bloccate). Pertanto, un deputato, per essere eletto, avrà bisogno di molti voti poiché in un singolo collegio non può essere superato il numero di 16 seggi da assegnare. Saranno dunque premiati i partiti più grandi, oltre a quelli che hanno un forte radicamento a livello locale (ad esempio Lega e Udeur): in pratica quelli che a livello circoscrizionale raggiungeranno una percentuale stimata dal 6 al 9%. Non si farebbe ricorso, quindi, alla soglia di sbarramento, da considerare implicita. I partiti medi (ad esempio Udc e Rifondazione) potrebbero essere ridimensionati ma avere, come sostiene lo stesso Vassallo, “maggiore libertà di manovra e un più forte potere negoziale”. Un sistema che piace sia a Casini, interessato a creare la “Cosa Bianca” (aggregazione di moderati), sia a Bertinotti, interessato alla “Cosa Rossa” (aggregazione della sinistra radicale). Entrambi risolverebbero il problema della frammentazione che oggi caratterizza le rispettive aree politiche. Tra le “vittime” del Vassallum potrebbe invece esserci proprio Alleanza Nazionale che vuole mantenere la propria autonomia senza inglobarsi in qualche “network” di centrodestra, ossia nel “Popolo della Libertà” del Cavaliere.

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