ROMA. E stata bocciata, con 48 voti contrari e solo 11 favorevoli, la delibera di iniziativa popolare presentata in consiglio comunale a Roma per listituzione del Registro delle Unioni Civili.
A votare contro è stato il Partito Democratico insieme allopposizione di centrodestra, lasciando così in minoranza Rifondazione Comunista, Verdi, Comunisti italiani, Socialisti e Radicali della Rosa nel Pugno. Le proteste da parte dei tanti cittadini presenti nellAula Giulio Cesare del Campidoglio hanno spinto il presidente del consiglio comunale a sospendere i lavori. Alla generale soddisfazione del centrodestra (Il buon senso ha prevalso sulle pressioni delle lobby omosessuali, ha infatti affermato il capogruppo Udc alla Camera Luca Volontè), che continua la sua battaglia medievale contro i cittadini gay ed in favore di una concezione, ormai non più esistente nei fatti, di famiglia tradizionale, si è aggiunta quella del Ministro per la Famiglia Rosy Bindi che, unitamente al sindaco di Roma e segretario nazionale del Pd Walter Veltroni, ha affermato che i Comuni non si possono sostituire allo Stato, lasciando così intendere che sullargomento si è in attesa di una precisa legge del Parlamento. Attesa pretestuosa è stato subito fatto notare ad entrambi dai numerosi manifestanti in Campidoglio dal momento che il loro partito, il Pd, voterà ovviamente in Parlamento come ha votato al Comune di Roma. Ma buona parte della Sinistra capitolina si aspettava questo risultato ed oggi fa valere i suoi numeri senza i quali Veltroni, e quindi il Pd, non può governare Roma, come ha già fatto notare il deputato e segretario romano di Rifondazione Comunista Massimiliano Smeriglio. E stato un passo indietro nelle conquiste civili di Roma ha aggiunto il capogruppo dei Verdi alla Camera Angelo Bonelli – laula consiliare sembrava quella di ventanni fa, controllata da una potentissima Dc. I più furenti nei commenti sono stati i socialisti che su questi temi si son sempre considerati baluardo in nome della laicità dello Stato; tra laltro la bocciata proposta di delibera portava proprio la firma di un loro consigliere comunale. La discussione sul registro delle unioni civili nel Consiglio comunale di Roma si è svolta sotto il veto della gerarchia vaticana, ha dichiarato senza mezzi termini il deputato socialista Franco Grillini che non ha risparmiato dure bacchettate al Partito Democratico accusato di rimanere nella sostanziale ambiguità che ha caratterizzato fino ad ora la sua posizione sui diritti civili. I cittadini di Roma ha incalzato il suo collega Gavino Angius – si trovano di fatto in libertà vigilata mentre il pur generalmente moderato Enrico Boselli non ha esitato ad affermare che Veltroni e il Pd hanno sporcato limmagine laica di Roma per ossequio alle gerarchie ecclesiastiche. Ora spetterà a Gianluca Quadrana, consigliere comunale socialista di Roma, primo firmatario della proposta di delibera bocciata dallassise consiliare, proporre il referendum comunale sullargomento: Partiremo il 15 gennaio: servono 50mila firme in tre mesi. Poi, entro sei mesi il tema potrà essere portato allattenzione ed al voto dei cittadini. E per il quorum basta che votino un terzo degli aventi diritto. Insomma, Veltroni ancora una volta perde loccasione per fare qualcosa di riformista e di europeo. Richiamato dalle autorità del Vaticano, il sindaco di Roma ha preferito rinviare e non votare la delibera diniziativa popolare per istituire nella sua città il Registro delle Unioni Civili, pur sapendo di mettere così in crisi i suoi alleati. Un atteggiamento ancor più incomprensibile se si considera che listituzione di tale Registro era inclusa nel programma con cui lo stesso Veltroni si presentò alle elezioni del 2006. Ma ciò ovviamente gli costerà molto in termini di stabilità della sua Giunta e della sua maggioranza.