Prete denunciato per violenza sessuale: la Curia sapeva?

di Nicola Rosselli

Cattedrale San Paolo, AversaAVERSA. La Curia aversana già conosceva le presunte debolezze di don Marco Cerullo, il sacerdote di Villa Literno che, nell’immediatezza delle festività natalizie, è stato sorpreso dai carabinieri in auto, parcheggiata in aperta campagna, mentre avrebbe tentato di abusare di un ragazzino di dodici anni?

La risposta, stando ai bene informati, sarebbe positiva, soprattutto se si considera che la stessa Curia aveva disposto, un mese prima, il trasferimento del giovane sacerdote, di 33 anni, da viceparroco di una parrocchia a Villa Literno ad un’altra di Casal di Principe, nel maldestro tentativo di fare in modo che il sacerdote si redimesse. Una speranza assurda, se così fosse. Visto che trasferire una persona non significa certamente fare in modo che vengano meno le sue inclinazioni, più o meno corrette che siano. Qualche anno fa la stessa decisione sarebbe stata adottata, a fronte di voci più o meno circostanziate, nei confronti di un altro sacerdote trasferito in fretta e furia in un paesino di un’altra provincia campana. Insomma, la Chiesa aversana si comporterebbe come lo struzzo. Farebbe quasi finta di non vedere, limitandosi ad un trasferimento che non ottiene altro risultato se non quello di inquinare altre realtà. Sarebbe interessante sapere cosa ne pensa il cardinale Crescenzio Sepe, Arcivescovo di Napoli, originario di Carinaro, dell’intera vicenda. Qualcuno dovrebbe raccontarglielo.

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