AVERSA. Le strade di Napoli diventano ogni giorno più pulite. Si vede che la raccolta è ripresa. Iniziava con queste parole un servizio del Tg1 delle 13. E, in effetti, sembra essere questa la verità. Ma, oramai, molti hanno dimenticato la provincia, lhinterland.
Napoli mediaticamente fa notizia, ma cosa accade intorno al capoluogo? Ad Aversa siamo ormai al collasso. Si è assistito ad una sorta di finta da parte dei vertici del GeoEco e dei sindaci che hanno avuto qualche giorno di discarica per poi continuare il blocco. Le strade della città normanna sono più intasate di prima. Sotto gli occhi di tutti noi si vedono le montagne salire di altezza ed anche di circonferenza. Ci sono posti dove, oramai, è anche impossibile transitarvi con le automobili, anche in zone densamente abitate. A documentarlo i tanti video presenti su YouTube e anche nella sezione video di Pupia. Video che prendono di mira soprattutto quel manifesto (sindaco, consentimi di dirlo, definire di cattivo gusto è poco) con il quale il nostro primo cittadino ci concedeva il regalo di togliere l spazzatura dalle strade. Una pia illusione che, di fatto, non si è mai tradotta in realtà. Ed è seguendo questa falsa illusione della pulizia imminente che Aversa non è riuscita a rientrare tra quei comuni che hanno potuto usufruire dellintervento dellesercito per ripulire scuole e, poi, successivamente, anche strade. E, a proposito di scuole, ce ne sono moltissime in città dove la spazzatura, a migliaia di sacchetti, circonda gli istituti. In via Ovidio, un esempio per tutti, la scuola media Pascoli è incorniciata da un bel tratteggio di monnezza. Perché non minacciamo anche noi di chiudere le scuole per smuovere lesercito e portarlo anche ad Aversa? E poi aggiungiamoci anche questa ramazza che non cè. Ma visto che gli spazzini non stanno raccogliendo i sacchetti, perché la GeoEco non li utilizza almeno per tenere le strade sgombere da carte e cartacce che gli aversani hanno il brutto vizio di buttare dove capita, anche perché i cestini gettacarte in città si possono contare sulle dita di una mano. Insomma, sembra quasi che lemergenza sia diventata un alibi inattaccabile che tutti utilizzano senza capire (o facendo finta di non capire) che ognuno di noi, e soprattutto gli amministratori, possiamo fare, invece, molto.