Il reato ipotizzato è epidemia colposa. Lemergenza rifiuti a Napoli e in Campania fa scattare una nuova inchiesta della magistratura, decisa ad approfondire il lato oscuro di un dramma che si trascina da quattordici anni: il nesso tra il numero di tumori e di malformazioni infantili e la presenza delle discariche, dei siti di stoccaggio, dei luoghi di sversamento più o meno abusivi.
Linchiesta viene coordinata dal procuratore aggiunto Rosario Cantelmo e si è già arricchita in questi giorni di documenti ritenuti importanti. La Procura ha infatti acquisito dallassessorato regionale alla Sanità un rapporto dellOms (Organizzazione mondiale della sanità) e dellIstituto superiore della sanità, oltre a una serie di rilievi di carattere medico e scientifico. Massima collaborazione da parte dellassessore di Palazzo Santa Lucia Angelo Montemarano. Dal primo screening emergerebbe un significativo aumento di casi di tumore: ad essere più esposte, in particolare, le parti molli, (organi come il fegato, il pancreas e i polmoni) probabilmente in relazione alla presenza di scarichi abusivi o semplicemente non in linea con le regole imposte dalla comunità europea. Due le aree ritenute «sensibili» in questa primissima area investigativa: Bacoli e una parte dellarea occidentale (siamo non lontani da Pianura) e i comuni che cuciono le province di Napoli e Caserta. Non ci sono indagati, ma la documentazione acquisita fino a questo momento è voluminosa. Nel dossier a disposizione della Procura, ci sono anche fotografie, esposti di cittadini, ritagli di giornali. Spunta anche un principio di «class action», con unassociazione di ambientalisti in campo per anni (anni di silenzio generale) a ricordare che le discariche, quando vengono gestite in modo abusivo, sono devastanti per la salute. Non è la sola inchiesta condotta dalla Procura di Giovandomenico Lepore. Pochi giorni fa è toccato al pool mani pulite guidato dallaggiunto Giuseppe Maddalena puntare i riflettori contro gli ultimi effetti della crisi in Campania. È linchiesta sulle presunte omissioni colpose che ha investito decine di enti locali (a tale proposito va precisato che, contrariamente a quanto riportato in un primo momento, il Comune di Monte di Procida non rientra tra quelli finiti nel mirino dei carabinieri), quella firmata dal pm Francesco Curcio che punta ad accertare unipotesi su tutte: quanto è stato fatto dagli enti locali contro la deriva di spazzatura nel distretto? Ma la vera cabina di regia da un punto di vista investigativo è al decimo piano della Torre B del Centro direzionale, sede della sezione urbanistica della Procura. A indagare sugli impatti ambientali dellemergenza, il pool coordinato dallaggiunto Aldo De Chiara, assieme ai pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, e al pm anticamorra Alessandro Milita. Indagini che puntano anche a verificare quanto siano ricettive e «attrezzate» le discariche presenti nel distretto, tra cui anche la stessa fossa di Pianura abbandonata dodici anni fa, in attesa di una bonifica mai arrivata.
Il Mattino (LEANDRO DEL GAUDIO)