CASERTA. Il presidente della provincia e coordinatore provinciale del Pd, Sandro De Franciscis, tirato in ballo nella vicenda che ha portato all”arresto di Sandra Lonardo Mastella e di numerosi esponenti campani dell”Udeur, rompe il silenzio ed annuncia querele per diffamazione.
“Ho cercato come nel mio stile, sempre sobrio e mai sopra le righe, di impormi il silenzio in questi giorni di caos mediatico. E questo, nonostante il mio nome venga di continuo accostato da giornali e televisioni a fatti e circostanze a me del tutto estranei e la mia persona tirata in una storia che non conosco se non per averla appresa dagli stessi organi di stampa. Una vicenda nella quale sono coinvolte persone che oggi soffrono una difficile condizione e alle quali sono umanamente vicino, e il procuratore della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, al quale sono notoriamente affine per il suo matrimonio con una cugina di mio padre. Sento a questo punto, però, di non poter stare più in silenzio di fronte alla crescente ridda di illazioni, ormai incontrollate, che si rincorrono di ora in ora circa avvisi di garanzia, mandati di comparizione, addirittura di perquisizioni domiciliari di cui sarei stato fatto oggetto nelle ultime ore. Avverto il dovere di pronunciare un chiarimento anzitutto per il rispetto che porto alla intera comunità provinciale, frastornata al mio pari da tante ed infondate notizie e da attacchi rivolti gratuitamente verso di me.
Nella giornata di ieri la segreteria del sostituto Alessandro Cimmino ha consegnato al mio avvocato un avviso di conclusione delle indagini relativo ad una inchiesta sul sito di trasferenza di rifiuti solidi urbani in località Lo Uttaro di Caserta. Sono, quindi, persona indagata. Indagata, a mio avviso, per aver avuto il coraggio di provare in questi mesi a ribaltare una condanna da altri inflitta al nostro territorio per oltre dieci anni di essere un territorio pattumiera. Offro, ancora una volta, la mia collaborazione allautorità giudiziaria nel cui sereno giudizio ripongo totale fiducia.
La stessa fiducia che ho riposto e manifesto ancora oggi nel lavoro dei magistrati in relazione allinchiesta che ha visto coinvolto lEnte nel giugno dello scorso anno e che ha portato agli arresti del Direttore generale e di due Consiglieri provinciali. Circostanza nella quale fornii la mia collaborazione quando fui ascoltato come persona informata sui fatti.
Questo stare sopra le righe delle parti in causa ha ottenuto, invece, solo il risultato di danneggiare ulteriormente negli ultimi giorni limmagine di un territorio al quale la nostra Amministrazione, sostenuta da unampia e forte maggioranza, ha dedicato per il passato e programmato per il futuro una fitta agenda di interventi che attengono lo sviluppo, la rete scolastica, i trasporti, il recupero e la valorizzazione delle vocazioni agricole e dellambiente da troppi anni assai deturpato. Mi sento fortemente impegnato con tutta la mia Amministrazione nel fornire ogni forma di collaborazione e sostegno alla struttura commissariale per il superamento della fase emergenziale che attraversa il ciclo dei rifiuti. Sono queste le cose a cui devo badare nel rispetto del mandato che ho ricevuto dagli elettori. E questa lunica forma di politica che conosco.
Il caos di questi giorni non mi appartiene ed in queste ore ho dato mandato ai miei legali di valutare se nei fatti riportati dalla stampa sussistano estremi del delitto di diffamazione, ovvero se nelle accuse rivoltemi con gli esposti e con gli interventi che si sono succeduti, esistano addirittura estremi di calunnia nei confronti miei e questo a tutela della Istituzione che mi onoro di rappresentare”.