GENOVA. Angela S., una prostituta romena di 22 anni, era stata fermata durante una retata in cui aveva ricevuto, secondo le norme del pacchetto sicurezza, la notifica di espulsione.
Il Prefetto aveva emesso il decreto perché la giovane creava allarme sociale tra i residenti della zona in cui esercitava la sua libera professione. La sua colpa è di avere pervicacemente continuato a svolgere l’attività di meretricio nelle vie cittadine, creando grave pregiudizio alla pubblica sicurezza e conseguente allarme sociale tra i residenti. Ma Angela non si è arresa ed ha presentatoil ricorso al Tribunale di Genova dove il giudice di pace non ha reso valido il provvedimento. Limputata ha ammesso di essere costretta a prostituirsi qualche volta ed ha spiegato che lo fa perché deve mantenere un bimbo di 5 anni e la madre malata. A questo punto il giudice monocratico le ha dato ragione spiegando chela donna non pone in essere un’attività di per sé pericolosa e tantomeno lede o compromette la dignità umana. In conclusione: il decreto di espulsione è stato dichiarato illegittimo e la Questura è stata condannata al pagamento delle spese di giudizio.