La sanità italiana nella bufera. Non si tratta, per fortuna, di qualche altro caso di morte dovuto alla malasanità. In causa, questa volta, ci sono le strutture ospedaliere di tutta la penisola.
Salvo il Trentino, tutte le regioni italiane vantano degli ospedali ai limiti dellindecenza, come ha rilevato unindagine condotta dal nucleo dei Nas dei Carabinieri disposta un anno fa dalMinistro della Salute Livia Turco. Tra lievi carenze e gravissime irregolarità, su 854 complessi ospedalieri visitati ben 417 sono risultati non conformi alle regole igienico-sanitarie vigenti. La bandiera nera va alla sanità calabrese e a quella siciliana dove sono fuorilegge il 90% dei nosocomi visitati. Non va meglio per gli altri ospedali di altre regioni considerati allavanguardia e fiore allocchiello per la sanità italiana. Locali sporchi e pieni di umidità nel Presidio di Brescia, agli Ospedali Riuniti di Bergamo, nella struttura di Desenzano sul Garda, così per il Villa San Pietro di Roma. Servizio mensa carente per il Mangiagalli, il Niguarda e per lIstituto ortopedico Galeazzi.
Gravi carenze igieniche agli Ospedali Riuniti di Livorno, al San Camillo e allUmberto I di Roma. Farmaci scaduti al Grassi di Roma, al Santa Maria della Misericordia di Udine, al Salvini di Garbagnate Milanese. Al Santobono di Napoli mancano i posti e così i pazienti vengono ricoverati in stanze dove, per legge, non potrebbero esserci più di quattro persone. Sempre a Napoli, al Fatebenefratelli, è sparito il reparto malattie infettive, al Moscati di Aversa non possiedono neppure le attrezzature per lavare le “padelle”. Ciliegina sulla torta la Sardegna (su 45 ospedali solo 32 non sono in regola) dove nei reparti sono stati trovati insetti e blatte.