KENYA. Spiragli di pace in Kenya, dove è in corso una mediazione per porre fine alle violenze scatenatesi allindomani della rielezione di Mwai Kibaki alla presidenza del paese. Violenze che, finora, hanno provocato oltre 500 morti e 250mila rifiugiati.
Annullato il corteo in programma domani per chiedere le dimissioni di Kibaki. Il leader dellopposizione e candidato alla presidenza, Raila Odinga (il quale, sin dal primo momento, ha sostenuto la tesi dei brogli elettorali e ritiene di essere il vero presidente) sta tenendo degli incontri con linviato Usa in Africa, Jendayi Frazer. Odinga, 63 anni, vuole evitare il ripetersi di sanguinosi scontri tra manifestanti e polizia, ma allo stesso tempo vuole mantenere alta la tensione dal punto di vista politico per indurre il 76enne Kibaki a dimettersi. Nessuno vuole il sangue, ma la democrazia non ha scorciatoie. Se non ti impegni il dittatore mette radici, dice un portavoce dellex candidato. Anche Papa Benedetto XVI invoca la mediazione: In questi ultimi giorni ha conosciuto una brusca esplosione di violenza. Invito tutti gli abitanti, e in particolare i responsabili politici, a ricercare mediante il dialogo una soluzione pacifica, fondata sulla giustizia e sulla fraternità. Intanto, il governo kenyano di Kibaki accusa Odinga di aver fissato condizioni impossibili per avviare un colloquio. Il Kenya conta 36 milioni di abitanti ed oggi vive una situazione di violenza paragonabile a quella verificatasi agli inizi degli anni 60, periodo della lotta per lindipendenza dalla Gran Bretagna, ottenuta nel 1963.