I lettori più avanti con letà certamente ricorderanno, quando, anni fa, il primo canale della televisione di Stato mandava in onda le tribune politiche, condotte dal mitico Ugo Zatterin.
Anche al telespettatore più sprovveduto balzava subito allocchio laspetto e latteggiamento dei politici del tempo. Visi pallidi, pelle incartapecorita, espressioni più consone ad un funerale che ad una trasmissione televisiva, queste erano le cifre stilistiche della nomenklatura dellepoca. Alcuni di loro, se non fosse stato per qualche impercettibile movimento del corpo, potevano essere scambiati tranquillamente per mummie. Se fossimo stati egizi, invece delle mummie della prima dinastia ci saremmo ritrovati con le mummie della prima repubblica. Ma oggi? Avete visto cosa accade nei salotti buoni della televisione? Di fronte a qualsiasi tragedia, spesso e volentieri causata da loro stessi e per loro stessa incapacità ancora irrisolta, i politici della seconda repubblica fanno i simpatici, sorridono, mostrano le loro bianche dentiere, ammiccano al pubblico manco fossero delle consumate bagasce. Il popolo invoca soluzioni?
Loro sgranano gli occhioni, increduli di quanto accade intorno. Cè il problema dei rifiuti? Fanno le faccine simpatiche. Lespressione sorridente di Alfonso Pecorario Scanio, a La7, mentre ascolta il pastore al quale la diossina ed il cancro hanno strappato: il padre e più di tremila pecore, me la porto impressa nella mente come il più alto e fulgido esempio dinsensibilità umana e politica dai tempi di Marie Antoinette. Quel ghigno stampato sulla faccia del ministro dellambiente mentre apprende che proprio lambiente sta andando a puttane, rimarrà nella storia delle immagini televisive alla stregua del piede di Armstrong mentre tocca il suolo lunare o di Silvio Berlusconi mentre fa il famoso gesto delle corna. Eppure la causa di tutto questo non può essere naturale. A me viene forte il dubbio che queste catastrofiche apparizioni mediatiche fatte di torte in faccia, canzoni stonate, balletti improponibili, cosciotte inguainate in calze a rete degne di Lili Marlene, abbiano unorigine artificiale. A mio modesto parere, il numero dei casi pietosi riguardanti i politici che in televisione fanno i buffoni per conquistare una manciata di voti, viaggia di pari passo con laumento sia del numero sia del potere dei consulenti dimmagine. Evidentemente i nostri parlamentari prendono troppo sul serio i consigli che questi guru della comunicazione dispensano con tanta facilità. È normale che chi va in televisione non deve avere lespressione di un condannato a morte o di uno al quale girano vorticosamente i cosiddetti ammennicoli. È altrettanto vero, però, che sorridere sempre, qualsiasi cosa stia accadendo, come degli stolti, non solo non fa aumentare i voti, ma anzi, espone il soggetto al ludibrio del pubblico. Per questo mi sento di dare un disinteressato consiglio ai nostri amati politici. Finché siete in tempo, licenziate il guru, prima che la popolazione inferocita costringa voi a fare il guru.