ROMA. Clemente Mastella conferma le dimissioni da ministro della Giustizia e garantisce lappoggio esterno dellUdeur al governo di Romano Prodi.
Questultimo ha assunto ad interim la carica di Guardasigilli, fino alla designazione del successore. La prima decisione di Mastella è una certezza, la seconda, ossia la garanzia di restare nellUnione, potrebbe lasciare il tempo che trova, vista la corte sfrenata che il centrodestra sta già facendo allex Guardasigilli. A testimoniarlo i calorosi applausi di solidarietà ieri nellaula della Camera, da parte di entrambi gli schieramenti parlamentari (la cosiddetta Casta, quando gli si tocca il pane quotidiano, dimentica tutte le beghe politiche e si raccoglie in un sol coro: ieri tutto contro la magistratura), senza dimenticare labbraccio con Casini, la condanna di Berlusconi verso la magistratura (e lui di magistrati ne sa qualcosa ), che stavolta ha toccato una sua vecchia conoscenza, quel Clemente che nel 1998 lasciò il centrodestra, entrò nellUlivo e con i suoi voti consentì al primo ex comunista della storia (Massimo DAlema, n.d.r.) di diventare presidente del Consiglio. Tuttavia, Prodi & company restano allerta, sanno benissimo che don Clemente da Ceppaloni (quello che, da quando è diventato ministro, ha minacciato ogni giorno le dimissioni e luscita dal governo finalmente per una volta ha mantenuto) oggi come oggi, non avendo ormai più nulla da perdere, può far cadere il governo. Il centrodestra parla di pre-crisi, in realtà il governo Prodi è sin dal suo insediamento (e forse addirittura dalla fase embrionale) in piena crisi. Finora, pur non avendo una vera maggioranza al Senato, il Mortadella se lè cavata, vuoi per il contributo dei senatori a vita, vuoi per le spallate fallite del Cavaliere, ma ora, con il dramma familiare in casa Mastella, il rischio di andare a casa è altissimo. Insomma, nel bene e nel male, Clemente è sempre determinante e, da buon campano, rispettando il detto Ca nisciuno è fesso, ha già le opzioni per far calmare le acque (tanto pure questaltra inchiesta, si sa, finirà a bolla di sapone) e rientrare alla grande. Deve solo scegliere: restare con Prodi accettando qualche garanzia (in particolare, lapprovazione di una legge elettorale che gli consenta di non far morire il suo piccolo Udeur e avere collegi blindati) oppure saltare la staccionata e prendere qualche ministero dal suo vecchio amico Silvio. Ci sarebbero anche delle varianti ma, nel caso, sarà lui stesso a farcele ammirare. Il croupier di Ceppaloni apre il gioco