ROMA. Prima riunione tra Governo e Sindacati ieri a Palazzo Chigi per affrontare il tema dei salari e del potere dacquisto dei redditi da lavoro dipendente. Temi sui quali la Triplice continua a minacciare lo sciopero generale, anche se ora attende lesito del vertice di maggioranza dei prossimi giorni.
Lintenzione, emersa dalla riunione di ieri, è quella di lanciare un patto per lo sviluppo e la produttività del paese, aumentando il potere dacquisto di pensioni e retribuzioni. Tra le proposte, il ritorno delle detrazioni Irpef per i lavoratori dipendenti con uno sconto che potrebbe raggiungere i 300 euro annui; interventi contro gli aumenti della benzina e del riscaldamento; riduzione dellaliquota Irpef più bassa (fino a 15 mila euro) dal 23 al 20% a partire dalla Finanziaria 2009; tagli alla terza aliquota (dal 38 al 37%). Unoperazione che dovrebbe aggirarsi attorno agli 8 miliardi di euro che il governo poi dovrebbe recuperare dalla lotta allevasione fiscale e dal risanamento. Obiettivi che saranno discussi nel corso di una serie di incontri che saranno avviati, come reso noto dal ministro del Lavoro Cesare Damiano, a partire dalla fine di gennaio.
Una proposta è giuntadal leader di Confidustria Luca Cordero di Montezemolo: un nuovo taglio del cuneo fiscale di 5 punti, di cui 3 destinati ai lavoratori. Nonostante il taglio di cinque punti del cuneo ha detto Montezemolo al Sole24ore – la differenza tra il costo per le aziende e il salario netto in busta paga rimane abissale: il rapporto è quasi di uno a due. Montezemolo ha anche evidenziato come a partire dagli anni 90 sia stato perso l11% del prodotto interno lordo rispetto ai Paesi della zona Euro e il 14% rispetto ai primi quindi Paesi europei. Tradotto: 210 miliardi in meno di Pil ogni anno. A sostenere la proposta di Montezemolo cè il leader della Uil, Luigi Angeletti, che però sottolinea: E interessante, ma credo che non avrà fortuna. Mentre il ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero,ribatte: Montezemolo dovrebbe smetterla di fare il soldato di Confindustria e iniziare a pensare al bene complessivo del Paese. Le aziende hanno già avuto molto. Il problema della produttività nonè legato ai lavoratori, ma alla struttura delle imprese, troppo piccole e al fatto che non investono in ricerca ed innovazione.