Un asteroide potrebbe colpire Marte il prossimo 30 gennaio

di Redazione

AsteroideUn asteroide, di circa 50 metri di diametro, attraverserà il mese prossimo l’orbita di Marte e, a causa della ridotta distanza, potrebbe schiantarsi sulla superficie del pianeta rosso.

La notizia è stata diffusa dalla Nasa, l’ente spaziale americano. Gli scienziati hanno stabilito che l’asteroide si troverà a circa 50.000 chilometri da Marte, alle 11.00 del 30 gennaio prossimo (ora del meridiano di Greenwich). La Nasa ritiene, dopo i calcoli effettuati, che le probabilità di collisione sono una su settantacinque. Una cifra alta, tenuto conto che, normalmente, le percentuali sono all’incirca di una su un milione. Nonostante ciò, la Nasa, ritiene difficile, anche se non impossibile, che l’impatto dell’asteroide su Marte possa avvenire realmente. Ricordiamo che impatti del genere sono già avvenuti nel passato. Almeno una volta ogni mille anni un grosso oggetto celeste colpisce la superficie del pianeta più simile alla Terra. Se l’evento avesse realmente a prodursi oggi, la collisione ad una velocità di circa 50.000 chilometri l’ora, creerebbe un cratere di quasi un chilometro di diametro, liberando l’equivalente di circa tre milioni di megatoni d’energia. In questo momento l’asteroide 2007 WD5 si trova a metà strada tra la Terra e Marte e sta accorciando la distanza con questo ultimo, di circa 38.000 chilometri l’ora. La Nasa ha un dipartimento apposito, chiamato JPL, che si occupa del calcolo delle orbite degli oggetti astrali più vicini alla Terra. Questi calcoli servono per stabilire il grado di pericolosità che questi oggetti rappresentano per il nostro pianeta. Oltre al 2007 WD5, lo JPL segue la traiettoria d’altri 5.000 asteroidi, tutti orbitanti vicinissimi alla Terra. Ovviamente, parlando in termini astronomici, il termine vicino assume tutto un altro significato. L’asteroide 2007 WD5 è simile a quello che colpì la Terra, in Siberia, agli inizi del ventesimo secolo. Un asteroide si disintegrò nell’impatto contro l’atmosfera e l’onda d’urto spianò una superficie di più di 2.000 chilometri quadrati della tundra siberiana. Dato che Marte, a differenza della Terra, possiede un’atmosfera più rarefatta, le conseguenze per il pianeta sarebbero catastrofiche. Per questa ragione la comunità scientifica è in fibrillazione. Cresce d’ora in ora l’attesa per un evento che, grazie ai telescopi terrestri potrà essere seguito da vicino da migliaia d’astrofisici.

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