ORTA DI ATELLA. Altri 11 avvisi di garanzia per alcune indagini in corso sul tema delledilizia sono stati consegnati, tra ieri e laltro ieri, a politici, dipendenti municipali, tecnici e consulenti del Comune.
Si tratta di un filone dinchiesta collegato a quello dello scorso anno, che sfociò, nel mese di maggio, in arresti e indagati. Un filone dinchiesta partito dalle prime accuse firmate dai pubblici ministeri Cimmino e Landolfi e firmati dal giudice per le indagini preliminari Piccirillo che rappresentò un vero e proprio terremoto politico e amministrativo. A sua volta, lindagine dello scorso anno era partita ancora un anno prima con il coordinamento del procuratore capo di Santa Maria Capua Vetere, Mariano Maffei. Lo stesso che ieri ha firmato anche il provvedimento che ha portato agli arresti al regime dei domiciliari per Nicola Ferraro, consigliere regionale, e Sandra Lonardo, moglie del ministro della Giustizia Clemente Mastella, anche lui indagato. Le indagini, che hanno reso necessario per alcuni lavviso di garanzia, riguardano Nicola Iovinella, Antonio DAmbra, Salvatore Ragozzino, Nicola Arena, Castrese Rennella, Angelo Brancaccio, Giuliano Limatola, Nicola Cantone, Salvatore Sorvillo, Giuseppe Iannini, Salvatore Sorvillo. Un filone che trae spunto da vecchie indagini, dunque, che però ha scosso non poco lamministrazione comunale di Orta di Atella. Che comunque, anche se non senza problemi, continua la sua attività politica. Nonostante qualche screzio tra la maggioranza – con due sedute di giunta comunale saltate per assenza degli assessori superato già nella giornata di ieri, quando si è tenuta la seduta dellesecutivo cittadino al completo. Una questione, quella delledilizia, che ha rappresentato per Orta di Atella un momento certamente non facile. E che ha visto anche in passato approfondite indagini della Dda di Napoli. Si, perchè, almeno stando a quanto affermano fonti della stessa Dda, sullo sfondo delledilizia sono maturati anche alcuni omicidi che hanno fatto proprio ad Orta di Atella sei morti in un anno e mezzo. Lultimo, quello che si è registrato a Casapozzano la scorsa settimana, quando a cadere sotto i colpi dei sicari del clan è stato un imprenditore, Domenico Belardo. Il quadro delle indagini si definì ancora di più quando, dopo larresto dei fratelli Orsi di Casal di Principe nellambito dellinchiesta sul consorzio dei rifiuti Caserta 4, uno dei due fratelli, nel corso degli interrogatori, affrontò il capitolo di una multiservizi. La Gmc, la società di Multiservizi partner di vari Comuni, che vede Orta di Atella come una parte della componente pubblica, infatti, fu oggetto di alcune dichiarazioni di Orsi. Ne parlò in un interrogatorio uno dei fratelli Orsi a precisa domanda del magistrato che lo interrogava. Era una società che, almeno formalmente, vedeva Orsi come funzionario. Gmc che espletava il servizio di raccolta rifiuti anche ad Orta di Atella fino alla decisione, prima dellinchiesta sul consorzio Ce4, di recedere dal contratto. Due inchieste che ipotizzano anche un ruolo importante proprio degli imprenditori, che per una coincidenza, sono entrambi costruttori.
dal Corriere di Caserta, giovedì 17.01.08 (di Antonio Casapulla)