Settore aeronautico, per la Campania occasione da non perdere

di Redazione

BoeingI dati di bilancio 2007 resi noti dalla Boeing rendono l’idea dello straordinario momento favorevole che da diversi anni attraversa l’industria aeronautica mondiale.

Il fatturato raggiunto dal colosso statunitense è stato di 66,4 miliardi di dollari, con un incremento dell’8% su quello del 2006 e con un utile netto di 4,1 miliardi di dollari cresciuto dell’84% rispetto all’anno precedente. La ripresa del settore dei velivoli commerciali è rilevabile dai dati di Boeing Commercial Airplanes (BCA) che dichiara un fatturato di 33,4 miliardi (+17%) con un utile operativo di 3,5 miliardi (+31%). Nell’arco del 2007 Boeing ha consegnato ai clienti 441 aerei (+ 11%) e ha acquisito ordini per 1423 velivoli raggiungendo un portafoglio ordini record di $255 miliardi (+46%), oltre sette volte il valore del fatturato annuale. Per l’anno 2008, l’impresa statunitense, nonostante i ritardi del programma B787, prevede di consegnare tra i 475 e gli 480 aerei commerciali. Se i dati di Boeing sono straordinari, anche i risultati dell’azienda europea Airbus, se non come quelli del rivale americano, sono altrettanto positivi. Nel 2007 l’azienda di Tolosa ha consegnato 453 aerei ed ha acquisito ordini record per 1341 velivoli con un balzo dell’ 80% rispetto ai 790 ordini del 2006 per un valore di 157,1 miliardi di dollari raggiungendo un portafogli ordini di 3421 velivoli pari ad una produzione di sei anni. Dati positivi che comunque non modificano le previsioni di un bilancio 2007 in perdita a causa del super euro e dei ritardi del programma A380 e del velivolo da trasporto militare A400M. Risultati significativi per Airbus se si considera che l’anno trascorso è stato critico per la società di AirbusEADS alle prese con il programma di ristrutturazione Power8 che prevede cessioni di aziende e tagli occupazionali e per le difficoltà del programma A380 e la conseguente crisi finanziaria del gruppo e l’avvicendamento del suo top management. Anche l’industria italiana del settore vive un momento magico caratterizzato da una crescita industriale e di presenza internazionale. Risultati straordinari sono arrivati dagli Usa e da diversi altri mercati per il velivolo da trasporto c27j. E, il successo commerciale del biturbina italo francese ATR consente ad Alenia Aeronautica dopo l’intesa con la russa Sukhoi di posizionarsi tra i maggiori produttori mondiali di velivoli regionali. Ma, è la partecipazione delle imprese italiane ai principali programmi sia di Airbus che di Boeing che fanno guardare con ottimismo ai prossimi anni. Dalla relazione sul settore presentata dal ministero dello Sviluppo Economico al Parlamento emerge che nel decennio 2005-2016 si prevede per il mercato dei velivoli civili una domanda sostenuta ad un rateo medio annuo del 3,9%, più accentuata per i segmenti di aerei ad alta capacità(8,3%) e regionali(6,4%). Se come tutti si aspettano si concluderà a breve e positivamente la trattativa per la partecipazione di Alenia Aeronautica al programma europeo A350Xwb si sarà introdotto un ulteriore tassello al processo di riposizionamento dell’industria aeronautica italiana. Il consolidamento delle imprese italiane tra i principali partners dei due colossi mondiali sempre più caratterizzati come system integrator favorirebbe in futuro la partecipazione a programmi che nasceranno dall’esaurirsi di progetti come A320 di Airbus o il B737 di Boeing con risultanti estremamente significativi per l’economia del Paese e delle regioni del Mezzogiorno. Queste aspettative sono confortate dalle proiezioni di crescita dei dati di traffico e dal ritorno all’utile delle aerolinee mondiali dopo le perdite degli anni 2001-2005. Queste premesse, per la caratterizzazione globale e sempre più sovranazionale delle imprese di questo settore, richiedono alle istituzioni e alla politica un supporto a garanzia degli investimenti e delle strategie di sviluppo. Il precedente governo di Centrosinistra ha dimostrato questa sensibilità disponendo risorse e supportando politicamente le imprese del comparto aerospaziale. Per il bene del’economia, delle aziende e dei lavoratori c’è d’augurarsi che dalla crisi che attraversa la politica e le istituzioni del nostro Paese non riemerga lo scenario da “commedia dell’arte” a cui il precedente governo Berlusconi aveva abituato gli operatori e le imprese del settore. Il nostro Paese dopo le tante occasioni perse e i tanti, troppi errori del passato, non può permettersi di perdere anche questa occasione di sviluppo.

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