CASERTA. Ottomila tonnellate di rifiuti tossici smaltite negli anni 2001-2002 in un impianto di compostaggio e poi sotterrate in aperta campagna. video
Il traffico illecito, che secondo gli inquirenti veniva gestito dal clan dei casalesi con lausilio di ditte amiche, è stato scoperto dai carabinieri del reparto territoriale di Aversa e dei Nuclei operativi ecologici di Caserta e Roma. I militari hanno eseguito unordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Giorgio Marano, capozona del Comune di San Marcellino per conto dei casalesi, ed emesso sette avvisi di garanzia nei confronti di Elio Roma, titolare della ditta di compostaggio RFG di Trentola Ducenta, posta sotto sequestro, e di altri imprenditori dellagro aversano, tra cui i responsabili della Agro Sud Sim, anchessa sequestrata assieme ad alcuni fondi agricoli a Villa Literno, in località San Sossio, nella zona di Santa Maria a Cubito. Loperazione, denominata Waste Boss, è partita dalle indagini della Dda di Napoli a seguito dellomicidio di camorra perpetrato nellottobre 2001 di Antonio DAlessio. I carabinieri di Aversa, guidati dal maggiore Francesco Marra, e la loro sezione operativa, di cui è responsabile il tenente Fabio Gargiulo, hanno riscontrato, in maniera inconfutabile, una delle più remunerative attività illecite del clan dei casalesi, con particolare riguardo al gruppo Marano, facente capo a Giorgio Marano, il quale, in prima persona, curava lo sversamento illecito dei rifiuti pericolosi. I fondi sequestrati a Villa Literno venivano sottratti con la forza ai proprietari. Un risultato investigativo che, per la prima volta, ha fatto comprendere la modalità con cui i clan camorristici riescono a controllare il giro di affari illecito di rifiuti pericolosi. Traffico che avrebbe prodotto un introito di circa 400mila euro.
Guarda il Video |