E proprio vero che larroganza del potere e la sete di soldi non conoscono limiti. Lultima performance della Rai – Radio Televisione Italiana – ha dellincredibile.
I vertici di Viale Mazzini sono seriamente intenzionati a far pagare il canone dabbonamento anche a chi possiede solo un personal computer o un apparecchio multimediale. In Rai, evidentemente, i 3 miliardi e passa deuro (dato riferito allanno 2005) derivanti dalla riscossione del canone televisivo e dalle altre voci dentrata (la pubblicità in primis) non sono ritenuti sufficienti a soddisfare gli incredibili appetiti di spesa di un Gruppo composto di una miriade daziende: Rai Cinema S.p.A.- Distribution S.r.l. – Rai Click S.p.A. – Rai Corporation S.p.A. – Rai Corporation Canada S.p.A. – Newco Rai International S.p.A. – Rainet S.p.A. – Raisat S.p.A. – Rai Trade S.p.A. – Rai Way S.p.A. – Sipra S.p.A. – Sacis S.p.A. ecc. Del resto per finanziare programmi di cotanto impegno e artisti di tale schiatta, quali quelli proposti, da qualche anno a questa parte, dallex E.I.A.R., qualche soldino pure occorrerà, ma chiedere altri soldi dopo aver speso tre miliardi deuro, mi sembra francamente eccessivo. Ma veniamo al fattaccio. In alcune città del nord dellItalia numerosi cittadini si sono visti recapitare dal S.A.T. Sportello Abbonamenti TV di Torino una richiesta di pagamento del canone per il solo possesso del computer. Lidea dei responsabili della tv di Stato è quella di far pagare il canone, anche se si possiedono solo personal computer o apparecchi multimediali dotati di schermo. A suffragare questa strana pretesa ci sarebbe, però, solo un decreto che nel 38 ha istituito il canone per la radio. Questo decreto prevedeva espressamente il pagamento della tassa per qualsiasi apparecchio utilizzabile per la ricezione delle radioaudizioni. Naturalmente le associazioni dei consumatori sono subito scese in campo per contestare lassurda richiesta della RAI. Il possesso dapparecchi atti o adattabili a ricevere segnali radio televisivi è una frase troppo generica per mettere ancora una volta le mani nei portafogli dei cittadini. Al Ministero delle Finanze sono già pervenute richieste di chiarimento su chi è tenuto a pagare il canone. Il quesito più importante è: Quali sono gli apparecchi atti o adattabili a ricevere segnali radio televisivi soggetti al pagamento del canone?. Se linterpello inviato alla Direzione Generale del Ministero delle Finanze non riceverà alcun riscontro, entro i tempi previsti dalle norme, i cittadini potranno interpretare la legge nel modo a loro più favorevole, senza correre il rischio di vedersi comminate gravi sanzioni economiche. Viceversa, se