La Cdl rischia di fare la fine del “carrozzone” di Prodi

di Redazione

La casa delle libertàLo scenario che si prospetta in questo inizio di campagna elettorale rischia di far diventare la Casa delle Libertàcome la coalizione che appena poche settimane fa è caduta al Senato.

La vera Cdl è composta dai quattro partiti fondatori Fi, An, Udc e Lega. La coalizione così organizzata può tranquillamente andare alle elezioni facendo meno di altri piccoli partiti. Proprio il tenere alla larga quei piccolissimi e minuscoli soggetti politici può essere un beneficio, mentre cercare in tutti i modi di fare una coalizione larga per vincere le elezioni potrebbe rivelarsi un arma a doppio taglio. Già i cittadini dovranno subirsi le solite facce, che oramai stanno facendo il bello e il cattivo tempo per assicurarsi un posto al sole, nonché l’ingresso nel centrodestra (o meglio “il ritorno”) dei responsabili della caduta del Governo Prodi. Ciò può nuocere all’immagine della Cdl poiché è chiaro che altri partiti minori, in futuro, potrebbero dare fastidio all’azione di Governo con pretese che vanno al di fuori del programma elettorale. Anche se si sottoscrive un programma sappiamo benissimo che esso non ha nessun valore quando la maggioranza rischia di cadere, a quel punto tutto viene concesso pur di mantenere in piedi la legislatura. Secondo i sondaggi del centrodestra, la coalizione avrebbe un’ampiaforbice di percentuale a proprio favore. Ciò non vuol dire che le difficoltà non si possano incontrare avendo, all’interno della coalizione, soggetti politici pronti a ricattare il Governo secondo i loro interessi. La Cdl dovrebbe contenere partiti come quello di Storace, i Diniani, l’Udeur di Mastella, la Mussolini e, infine, dovrebbe esserci anche un posto per il movimento dei Circoli della Libertà di Michela Vittoria Brambilla. A proposito ma che fine hanno fatto i Circoli? E’ un bel po’ di tempo che non si vedono in tv. Questi partiti, che nelle passate elezioni hanno raggiunto un quorum di percentuale intorno al 2%, possono benissimo disturbare il programma sottoscritto, rompendo l’equilibrio che viene chiesto prima della tornata elettorale. Ormai è dubbia, con qualsiasi Governo, la stabilità che tanto chiedono i cittadini. Resta la parte dolente della legge elettorale che ancora una volta chiama ad esprimere i cittadini sui simboli dei partiti e non sulla scelta personale del candidato attraverso la preferenza. Un’ulteriore beffa, visto che non si può scegliere l’uomo ma soltanto il partito, togliendo il punto di riferimento al cittadino per una libera scelta che potrebbe mandare a casa tutti quelli che non hanno governato bene. Invece i “soliti noti”riavranno la poltronaper altri cinque anni. È iniziata la corsa alle alleanze, si spera in un buon senso di tutti i partiti nel costruire coalizioni che non siano di nuovo dei carrozzoni costruiti soltanto per vincere.Si sappia scegliere saggiamente gli alleati affinché si possa dare al Paese un Governo che sappia decidere sulle cose importanti da fare per l’Italia. Un dato è certo: il maggiore nemico di questa campagna elettorale sarà l’antipolitica che spingerà molte persone a non dare fiducia a nessuno dei partiti, poiché si è persa, in quest’ultimo decennio, e soprattutto in quest’ultimo periodo, la fiducia nei confronti della politica e dei politici. Le ben notevicende giudiziarie hanno messo in guardia i cittadini, i libri sulla politica, in primis “La Casta”, hanno fatto capire alla gente che la differenza di “stile” tra i partiti è minima, per non dire inesistente. Scegliere diventa un’impresa assai difficile.

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