L”anomalia dei contributi all”editoria

di Redazione

 La politica riesce sempre ad ingannare i cittadini con leggi che favoriscono i partiti a discapito delle esigenze vere dei cittadini. Nel fiume di denaro sprecato c’è il contributo all’editoria, che spesso penalizza chi vive di giornalismo.

90 milioni di euro ogni anno vengono sottratti alla generosità degli italiani che versano le tasse allo Stato, per arricchire alcuni “editori”, che in molti casi coincidono con segretari o presidenti dei partiti, o che rappresentano grandi gruppi editoriali vicino a questo o a quel partito. Il contributo viene erogato in base alle copie vendute, al costo della carta e della distribuzione. Pensate che con quei soldi la disoccupazione giornalistica potrebbe essere ridotta ai minimi termini. Ma per farlo occorrerebbe una legge che assegni il contributo in base al numero effettivo di giornalisti che lavorano presso la testata, ovviamente con regolare contratto. Sfido chiunque a smentire questa tesi. Si potrebbe dare la possibilità a tanti giornalisti di costruire una concorrenza seria nei confronti dei maggiori giornali, creando società che producano un’informazione veramente corretta, e non quella faziosa, a senso unico. Bisognerebbe, inoltre, istituire una commissione di vigilanza che periodicamente monitori il lavoro svolto, e indaghi sulla regolare assunzione dei giornalisti, che siano essi professionisti o pubblicisti. L’Italia deve cambiare, per farlo bisogna creare ricchezza, per creare ricchezza bisogna eliminare tutte le leggi che riguardano gli interessi dei partiti. Dobbiamo essere coscienti che quasi il 5% del Pil nazionale serve per mantenere la “Casta”, e questo è intollerabile. Le tasse gli italiani le pagano, ma la politica spreca inutilmente i loro soldi, in molti casi a favore di chi già “sta bene”. Bisogna abbattere privilegi e favoritismi. Per compiere questo passo importante è necessario cambiare la classe dirigente, altrimenti l’Italia non avrà mai un futuro improntato sull’innovazione. Perdonatemi se ho utilizzato un argomento che riguarda la categoria a cui appartengo, ma era doveroso spiegare un’altra anomalia tutta italiana.

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