NAPOLI. Più durava lemergenza rifiuti, più si guadagnava. Parole di Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, i pm titolari dellinchiesta sulla gestione dei rifiuti in Campania che coinvolge il governatore campano Antonio Bassolino, le società Impregilo e Fibe e altri 26 imputati, per i quali è stato chiesto il rinvio a giudizio.
La Fibe avrebbe prodotto finte ecoballe, non utilizzabili per il termovalorizzatore di Acerra, con il commissariato di governo per lemergenza rifiuti che avrebbe consentito alla stessa Fibe di stoccare le ecoballe in siti provvisori e non smaltirle presso impianti fuori regione. Come prova i due pm hanno portato in giudizio unordinanza del ministero dellInterno del 31 marzo 1998, – con cui il Viminale imponeva che, in attesa della costruzione del termovalorizzatore, le balle di cdr fossero smaltite in altri impianti italiani e unordinanza del commissariato (firmata dal vicecommissario Raffaele Vanoli) che invece consentiva alla Fibe di stoccare illegittimamente. Come? Nellordinanza del ministero è riportato che gli operatori industriali si impegnano a realizzare impianti per la produzione di combustibile da rifiuti e ad utilizzare detto combustibile in impianti esistenti. Ma nellordinanza commissariale questultima frase viene sostituita con un omissis e, a seguire, compare la possibilità di stoccare il cdr al fine di assicurare il recupero energetico dello stesso.
Un sistema che ha comportato guadagni inimmaginabili in qualsiasi altra sede pubblica. A titolo desempio, i pm hanno citato una relazione dellex commissario Corrado Catenacci dove sono elencati i compensi percepiti dai vertici della struttura: al vicecommissario Vanoli andavano oltre un milione di euro (precisamente 1.027.771), al sub commissario Giulio Facchi, altro imputato, 838.065. E ancora: Giuseppe DAntonio (subcommissario alle acque, estraneo allinchiesta, 773.153 euro), Massimo Paolucci (commissario vicario, estraneo allinchiesta, 518.229 euro), Arcangelo Cesarano (subcommissario alle bonifiche, estraneo allinchiesta, 547.351 euro), Riccardo Di Palma (presidente della Provincia di Napoli, subcommissario, estraneo allinchiesta, 419.957 euro). I pm citano anche unintercettazione in cui lo stesso prefetto Corrado Catenacci si lamenta perché guadagna solo 5.000 euro al mese, mentre i funzionari Claudio De Biasio e Giuseppe Sorace prendono un miliardo.
Ma gli interessi non erano soltanto economici: I componenti del Commissariato riassumono i pm – alla fine si sarebbero messi una medaglia in petto per aver risolto il problema rifiuti, ricavandone prestigio e incarichi politici, la Fibe avrebbe continuato a gestire appalto e termovalorizzatore e i cittadini non avrebbero mai saputo che ad Acerra bruciava ciò che non doveva bruciare, cioè le finte ecoballe.
Circa la posizione di Bassolino, per la Procura il governatore non poteva non essere al corrente delle inadempienze riguardanti gli impianti Cdr e aveva giuridicamente lobbligo di controllare. In conclusione, secondo i pm, la copertura delle inadempienze della Fibe, a causa delle quali è finito in discarica il 49% dei rifiuti (anziché il 14% previsto), ha comportato la saturazione dei siti e, di conseguenza, lo scempio che da mesi vede la Campania in ginocchio.