TRENTOLA DUCENTA. Riceviamo e pubblichiamo una lettera dellavvocato Giuseppe Pellegrino, indirizzata a tutti i cittadini di Trentola Ducenta.
Alcuni giorni fa un articolo di Pupia ha dato i voti, da vera e propria pagella, alla città di Trentola Ducenta: una pagella severa, pochi i volti alti che comunque non superavano la sufficienza. In realtà, lautore Pietro Serafino poteva dare anche un nove o un bel dieci se avesse analizzato uno sport molto praticato da alcuni nostri concittadini: quello della menzogna e della falsità. Indubbiamente i campioni indiscussi, veri olimpionici di questa disciplina, sono alcuni professionisti delle chiacchiere e della maldicenza, bravi come pochi a falsare i fatti. Screditata e stravolta, la verità di fatto è fottuta perché diventa irrilevante. Ma è appunto in questo salto lastuzia del gioco. Accantonata la realtà fattuale, quel che resta si può combinare a mano libera. Ogni cosa è uguale al suo contrario. Ognuno è uguale allaltro. Non contano più comportamenti, responsabilità, abitudini, attitudini, condotte, decisioni, direzioni, orizzonti. Nella notte dove tutto è nero, nel vuoto di realtà creato, siamo tutti frastornati. Chi ha fatto che cosa?, non trova mai una risposta. A Trentola Ducenta questo sport è praticato da tempo, ma, dalla campagna elettorale per le ultime elezioni comunali e continuando a tuttoggi, ormai si gioca a tutto campo, senza soste e nel modo più sporco possibile.
Ovviamente questi campioni indiscussi hanno un loro affezionato pubblico, non a caso, come scrive Hannah Arendt nelle Riflessioni sui Pentagon Papers, le menzogne sono spesso più plausibili, più attraenti di quanto non lo sia la realtà, dal momento che il bugiardo ha il grande vantaggio di sapere in anticipo cosa lascoltatore desidera o si aspetta di sentire. Colui che mente ha preparato la sua storia per il pubblico consumo, ben attento a renderla credibile.La citazione, con le considerazioni sulla menzogna in politica di Hannah Arendt, non nobilita questo sporco sport trentolese, ma, chissà, forse potrebbe aprirci le porte di qualche costituenda associazione di ottimati, di professionisti perbene e apartitici che si stanno attivando per risollevare le sorti della nostra cittadina: alzati Trentola Ducenta.
Chi scrive, purtroppo, sa bene che, con tutte le citazioni colte e i riferimenti intellettuali possibili, ha ben poche speranze di potere aspirare ad essere invitato, almeno una volta, a qualche cenacolo di risollevatori della prona Trentola Ducenta. Insieme a tanti cittadini di Trentola Ducenta, operai, casalinghe, impiegati, studenti, abbiamo avuto il coraggio di schierarci, di non nascondere ipocritamente la nostra scelta di campo, commettendo forse anche qualche errore di valutazione, di metterci al centro della battaglia, rivendicando forte la nostra voglia di fare politica a Trentola Ducenta. Per molti di noi limpegno politico si è ispirato ai principi della legalità e della trasparenza, senza per questo fare del becero e qualunquistico moralismo. Tuttavia, proprio il riferimento alla legalità e alla trasparenza ha fatto saltare i nervi a qualcuno, queste parole non possono essere pronunciate: chi si permette di parlare di legalità e trasparenza, nessuno è degno e tutti hanno la rogna.
Ecco allora che i fuoriclasse della maldicenza si sono scatenati. Chi scrive è stato uno dei bersagli preferiti di questi campioni, oggetto di attacchi volgari e di sistematico discredito, avendo dovuto subire vangate di fango e ricorsi anonimi: è sì, tra questi campioni ci sono poi gli specialisti dei ricorsi rigorosamente anonimi, concentrati di veleni e falsità, congegnati come vere e proprie bombe ad orologeria. Ovviamente, in questo ghirigoro creato ad arte, prima o poi qualcosa tireranno fuori. Contro il sottoscritto sono arrivati a brandire una indagine del Tribunale di S. Maria C.V.: ovviamente non dicono che liscrizione nel registro degli indagati era un atto dovuto a difesa del sottoscritto che aveva in tempi non sospetti rifiutato un incarico, rimettendo prontamente il mandato, per una cliente accusata poi, per la pratica rifiutata, di una presunta truffa insieme ad altre persone.
Non si pensi, però, che sia un problema di scelte di campo; questi campionissimi della maldicenza non guardano alle posizioni politiche dei loro bersagli, basta che una persona possa essere autonoma e pensare con la propria testa per essere attaccata con metodo scientifico. Ecco, a conferma di ciò, le voci e le cattiverie su un altro avvocato di Trentola Ducenta che si vocifera sottoposto ad indagini della Guardia di Finanza relativamente ad incarichi presso consorzi e enti pubblici: in realtà si tratta di colpire un professionista che non si presterebbe mai ad essere il burattino di nessuno. O pensiamo ai ricorsi contro un imprenditore serio che ha avuto il coraggio di schierarsi e ora viene attaccato volgarmente. Si potrebbero fare anche tanti altri esempi, ormai i professionisti della calunnia sparano nel mucchio mirando a creare nella nostra città un clima cupo e torbido.
Difendersi da queste maldicenze, spiegare la realtà dei fatti, non serve ad arginare la marea di fango che ti investe: questi signori sono diventati ormai bravissimi nella tecnica di neutralizzazione e svuotamento della verità.
Ma a Trentola Ducenta non mancano le forze sane per emarginare questi personaggi, occorre, tuttavia, per ripristinare un clima sereno, colmare il deficit di partecipazione e di discussione costruttiva che caratterizza la nostra città. Ben vengano nuove associazioni che, al di là delle battute ironiche sugli ottimati, possono solo arricchire il dibattito culturale e politico cittadino, ben vengano i circoli di partito cittadini purché non si riducano a gusci vuoti o, peggio, comitati elettorali in prossimità delle votazioni. I presupposti per alimentare un dibattito politico e culturale pacato e costruttivo ci sono tutti: sono tanti i giovani, ed anche i meno giovani, della nostra città preparati, appassionati e pieni di interessi, occorre solo che non si tirino indietro, che non si nascondano.
E a proposito di nascondersi, potremmo iniziare con i commenti su Pupia: perché non firmarsi con nome e cognome evitando pseudonimi vagamente omertosi, prendiamo esempio da Nicola Apicella, da Angela Grasso e da quanti altri non hanno paura di firmarsi. Una partecipazione attiva alla vita politica e culturale cittadina, un dibattito vivace, ma sereno, alla luce del sole, lascerebbe ai margini i calunniatori di professione.
E chissà forse potremo meritarci per lassociazionismo e per i partiti politici un voto alto, un bel dieci, dal bravo Serafino di Pupia.