Disagi al Moscati, la Molese risponde

di Antonio Arduino

Liliana Di GiorgioAVERSA. L’avevamo chiesta e alla fine è arrivata. Parliamo della risposta di Antonella Molese, direttore sanitario dell’ospedale San Giuseppe Moscati.

Fuori sede per un convegno, l’abbiamo raggiunta telefonicamente e le abbiamo chiesto se fosse compito del responsabile del presidio garantire la soddisfazione delle esigenze assistenziali di ogni ricoverato, portatori di handicap compresi. E in particolare risolvere il problema di Liliana Di Giorgio, obbligata alla sedia a rotelle fin dalla età di dieci mesi, che a seguito della terapia medica effettuata per risolvere una sub occlusione intestinale aveva avuto necessità di servirsi del bagno per disabili, ma per farlo ha dovuto viaggiare da un piano all’altro del presidio per usare quello esistente nel reparto di radiologia, risolvendo poi definitivamente il problema con l’acquisto di una sedia a rotelle dotata di foro creato appositamente per espletare le funzioni intestinali la cosiddetta “comoda”. Il disservizio aveva avuto una coda nella denuncia presentata al posto di polizia dal fratello Antonella Molesedella paziente Giuseppe Di Giorgio, medico del 118. Che dichiarava nell’atto che “il denunciante (Giuseppe Di Giorgio, ndr) esponeva … il tutto alla Direttrice Sanitaria la quale rispondeva che lei non c’entrava niente e di denunciare e querelare questa situazione”. Una affermazione incredibile che imponeva di sentire l’altra campana. L’abbiamo fatto ed ecco la risposta ufficiale di Antonella Molese, trasmessa al direttore sanitario dell’Asl. “Questa direzione sanitaria – scrive in premessa la responsabile del Moscati ribadendo il concetto espressoci telefonicamente – può predisporre in tutte le unità operative e in qualsiasi momento misure idonee al ricovero e al trattamento dei diversamente abili, a seconda della complessità e della delicatezza dei singoli casi che, ovviamente, devono essere portati a conoscenza ,quanto prima possibile, della direzione sanitaria stessa”. Poi aggiunge: “Nell’ambito degli adempimenti di legge spettanti al medico di guardia accettante il ricovero, sono comprese le valutazioni sull’opportunità di assegnare in una determinata unità operativa il posto letto, eventualmente intensificazione dell’assistenza prestata al letto del degente, e qualsiasi altra misura venga suggerita dalla sensibilità, dall’etica professionale e dal comune sentire dei singolo professionista”. Insomma, se la direzione sanitaria non sa è ovvio che non può intervenire. Di conseguenza, la responsabilità di ogni eventuale disservizio è del medico che accetta il ricovero. Ma quando la direzione sanitaria sa deve intervenire. E allora visto che adesso Antonella Molese sa, perché Liliana Di Giogio è ancora ricoverata in chirurgia generale dove non esistono bagni per disabili e perché continua ad essere familiari e amici a fornirle l’assistenza personale di cui ha bisogno? Certo dopo aver denunciato dai media i disservizi e le umiliazioni a cui è stata costretta è stata trasferita in una stanza singola, ma tutto il resto non è cambiato.

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