AVERSA. Il centro di medicina trasfusionale dellAsl Ce2, la cui attivazione fu annunciata dallex manager Angela Ruggiero, rischia di chiudere prima ancora di entrare in funzione.
Una beffa per chi, come la Fondazione Lubrano, sta battendosi da anni per garantire questo servizio alla cittadinanza e non solo, perché del centro si avvarrebbe un bacino di utenza pari a circa 500 mila persone, qual è quello che fa riferimento allospedale Moscati. Come qualcuno ricorderà il centro, stando ad un comunicato stampa diffuso dallAsl a fine anno, sarebbe entrato in funzione in pochissimo tempo. Quello necessario si leggeva – ad espletare la gara, già bandita, per lacquisto della strumentazione elettromedicale e per la ristrutturazione dellex reparto di ostetricia e ginecologia dellospedale Moscati di Aversa in cui doveva essere allocato in nuovo servizio. Tantè che fu scelto – ed assunto – il responsabile della nuova unità operativa di cui veniva dotata lazienda, individuato dai vertici della Ce2 nello specialista Saverio Misso già responsabile dellunità operativa semplice di aferesi produttiva e terapeutica presso Azienda Ospedaliera San Sebastiano di Caserta. Ma mentre Misso dopo lannuncio della Ruggiero ha preso servizio da subito, con il cambio di guardia alla guida della C2, il centro di medicina trasfusionale è ancora tutto da venire. Anzi, non sarebbe più tra le priorità aziendali, malgrado leventuale attivazione non solo migliorerebbe il livello di assistenza ma sarebbe anche conveniente dal punto di vista economico. Perché attualmente – come ufficializzò lex manager nel comunicare lattivazione della nuova unità operativa – le strutture dellAsl Ce2 si approvvigionano di circa settemila sacche di sangue allanno con una spesa media di un milione e duecentomila euro. Alla quale va aggiunta, si leggeva nel comunicato, una spesa di sette milioni di euro allanno per lacquisto di emoderivati. Costi che verrebbero azzerati con lattivazione del centro al Moscati. Inoltre considerando che grazie al centro sarebbe possibile attuare nellospedale cittadino anche terapie, quali la plasmaferesi, eseguibili oggi solo in poche strutture campane o, in alternativa, extra regione e che sarebbe possibile effettuare il counceling pre e post test per le malattie a trasmissione ematica (Hiv, epatiti B e C e così via) per la Ce2 il ritorno economico assistenziale, nonché di immagine, sarebbe notevole. Dunque logica e dobbligo era stata la scelta fatta dallex manager di varare la nuova unità operativa. Comunicandone lattivazione attraverso la stampa per consegnare allutenza un specie di regalo di fine mandato. Invece niente. Ad oggi al Moscati del centro emotrasfusionale cè solo il possibile responsabile. Confinato in una stanzetta del dipartimento dei servizi diagnostici, strumentali e di laboratorio, in attesa di novità.