GRICIGNANO. Era lo scorso 20 luglio quando parlavamo della sentenza con cui la Corte Costituzionale accolse le istanze presentate dai proprietari dei fondi di Gricignano interessati agli espropri per il Polo della Moda Impreco, i quali da circa otto anni hanno in essere un contenzioso giudiziario con Impreco-Asi-Regione Campania.
La Suprema Corte ritenne illegittime le due proroghe concesse dalla Regione Campania nel 1998 e nel 2001 al Piano Regolatore del consorzio industriale Asi di Caserta. Illegittima, pertanto, fu ritenuta la procedura di esproprio intrapresa dallAsi per la realizzazione dellinsediamento industriale, attraverso la dichiarazione di pubblica utilità. Il parere della Corte era stato chiesto nel 2003 dal Consiglio di Stato, chiamato a valutare lappello presentato da Impreco-Asi-Regione Campania per lannullamento della sentenza emessa dal Tar della Campania nello stesso anno, che aveva accolto in pieno il ricorso dei proprietari gricignanesi, ordinando la restituzione dei fondi e il ripristino dello stato dei luoghi.
Oggi il legale dei proprietari dei fondi, lavvocato Benito Aleni di Napoli, dà notizia che il Consiglio di Stato, recepito il parere della Corte, ha rigettato lappello di Impreco-Asi-Regione. Di conseguenza il CdS ha ritenuto di nuovo valida la sentenza del Tar Campania che, come dicevamo, dichiarò illegittimi gli espropri e ordinò la restituzione dei fondi ai proprietari. Ora si dovrà dare attuazione alla sentenza. Tra laltro, gli stessi proprietari hanno in essere un altro ricorso al tribunale ordinario per il risarcimento economico in relazione ai fondi espropriati, per i quali, la stragrande maggioranza di essi, fino ad oggi, non ha percepito un centesimo.
Ricordiamo che il consorzio Impreco è anche sotto inchiesta da parte della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere che nellottobre scorso ha emesso alcune ordinanze di custodia cautelare (poi revocate) a carico dellex presidente del consiglio di amministrazione, di alcuni imprenditori consorziati e di un funzionario di banca. Nel dettaglio, laccusa riguarda il percepimento, senza il possesso di requisiti, di finanziamenti pubblici: 160 milioni di euro, di cui 100 a carico dello Stato e della Regione Campania, a valere dei fondi della legge 488/92. Finanziamenti che lImpreco aveva ottenuto grazie ad un contratto di programma approvato nel 2000 dal Cipe e stipulato nel 2001 con il ministero delle Attività Produttive. La condizione obbligatoria per avere i finanziamenti era la disponibilità finanziaria del consorzio di almeno il 25% dellammontare complessivo degli investimenti (la metà dei quali da versare entro e non oltre il 30 giugno 2004), nonché il pagamento ai fornitori, entro la stessa data, di almeno il 50% della spesa prevista. Disponibilità che, però, non cera.
Oggi il Cda dellImpreco è presieduto dal dottor Giovanni Allucci, il quale è presidente e amministratore delegato del consorzio Agrorinasce. Allucci punta ad operare con una discontinuità netta rispetto al passato, completare il contratto di programma finanziato dal Ministero dellEconomia e dalla Regione Campania e favorire lo sviluppo economico delle aziende.
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