Grande Italia nella Coppa del Mondo di Sci

di Gaetano Bencivenga

Denise Karbon Con le finali sulle nevi iridate di Bormio si è conclusa la quarantesima edizione della Coppa del Mondo di Sci Alpino. Una competizione all’insegna degli Stati Uniti, che dopo 25 anni sono riusciti ad agguantare il massimo trofeo sia in campo maschile che in quello femminile.

“Cavallo pazzo” Bode Miller e “Miss polivalenza” Lindsey Vonn Kildow hanno, infatti, portato a casa la sfera di cristallo generale, ottenuta dopo una stagione molto combattuta e condotta sempre al limite delle loro enormi potenzialità. L”Italia, da parte sua, si è difesa egregiamente e, in un”annata interlocutoria in attesa dei Mondiali 2009 a Val d”Isère e delle Olimpiadi 2010 a Vancouver, ha rinverdito i fasti di un passato spesso rimpianto negli ultimi tempi. Una ritrovata Denise Karbon ha letteralmente dominato lo slalom gigante, aggiudicandosi cinque gare su sette disputate e, cosa piú importante, trionfando nella classifica di specialità (undici anni dopo la leggendaria Deborah Compagnoni), mentre l’eterno emergente Manfred Moelgg ha finalmente consacrato il suo innato talento ottenendo la prima vittoria in slalom speciale in Coppa del Mondo e, cosa inaspettata, riuscendo a vincere la “coppetta” all’ultima gara, a dimostrazione che ormai il mitico Alberto Tomba, dopo Giorgio Rocca, ha trovato un altro degno erede. Oltre alle punte di diamante, non hanno sfigurato neanche gli altri componenti del team azzurro. Massimiliano Blardone, Werner Heel, Chiara Costazza hanno fatto centro rispettivamente in gigante, discesa libera (sette anni dopo l”ultimo acuto di Kristian Ghedina) e speciale, mentre Nadia Fanchini e Manuela Moelgg, pur non avendo riportato alcuna vittoria individuale, si sono spesso fatte notare dalle parti del podio. Austria e Svizzera, ovvero le nazioni alpine per eccellenza per le quali lo sci è sport nazionale, racimolano poco o niente. Solo la prima riesce a raggranellare due “coppette” (ma è comunque pochissimo per i soldi investiti annualmente), mentre la seconda archivia la presente edizione a mani assolutamente vuote (nonostante promesse e proclami). Noi, amanti degli sport invernali, ma crediamo anche tutti i nostri compatrioti possiamo ritenerci soddisfatti e regalare un po’ di gloria a ragazzi eroici, senza grilli per la testa, sottopagati rispetto ai viziatissimi e milionari (in euro ovviamente!) calciatori, ma non per questo meno motivati a dare lustro alla patria e a praticare lo sport per pura passione e divertimento.

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