CASERTA. Ironizza sulla sua secolare esperienza politica e, rivolgendosi a Pier Ferdinando Casini come se fosse un suo compagno, indica la necessita di trovare nelle elezioni lopportunità di un dialogo.
Non prepara i suoi discorsi politici luomo storico della Democrazia Cristiana, ma dice di ascoltare i dialoghi della gente, le cose che si dicono, gli umori. Ciriaco De Mita ritorna nuovamente sulla sua età, quasi a voler sottolineare lerrore commesso da chi (Walter Veltroni, ndr) il suo nome non lha voluto scrivere nella propria lista. E di quella lista prende di mira la candidata numero uno alla Camera nel collegio Campania 2 (Pina Picierno, ndr), il suo collegio, affermando: Volevo candidarmi alla Camera ma non potevo approfittare della gioventù. Un dialogo viene messo in scena da De Mita nel teatro comunale di Caserta. Il continuo rivolgersi con lo sguardo al giovane Pier fa da scenografia alla richiesta del candidato numero uno al Senato dellUdc in Campania dellincontro tra il vecchio che resiste e lurgenza del nuovo che assimila alla condizione del travaglio, necessario per far emergere la soluzione attraverso la discussione. Perché, puntualizza De Mita, io non voglio dare soluzioni, ma suggerimenti. E poi lex presidente del Consiglio richiama alla memoria Alcide De Gasperi ed indica gli errori-orrori di questa campagna elettorale, basata sui sondaggi che De Gasperi leggeva in maniera distratta, perché i governi parlano per le opere che compiono e non per le promesse che fanno. Al richiamo del grande statista fatto da De Mita risponde Pier Ferdinando Casini proponendo il messaggio di Aldo Moro, perciò invitando al senso di responsabilità necessario per affrontare questa campagna elettorale e il prossimo governo. Il candidato premier dellUdc, che saluta la platea dicendo: Mi sembra di essere ad un congresso della Dc (riprendendo una precedente battuta di De Mita), ha puntualizzato che lUnione di Centro non è unoperazione di nostalgia, fatta solo per vincere, cosa che invece sarebbe, secondo Casini, la volontà del Pd e del Pdl, che soffrono del peccato originale del bipolarismo, che serve non a convincere ma a vincere. E per vincere i due maggiori partiti, secondo il leader centrista, dopo il voto utile chiedono adesso il voto disgiunto che rappresenta una bufala, ma non quella della Campania, che è una cosa seria. E proprio sul problema Campania, Casini punta il dito contro la cultura del No di Pecoraro Scanio. Poi conclude la sua arringa elettorale con i suoi cavalli di battaglia: lidentità cristiana e la necessità di garantire le forze dellordine, ricordando i fatti del G8.
Ciriaco De Mita |
Pier Ferdinando Casini |