Inutile negarcelo, i mezzi di comunicazione di massa, come la televisione, si sono trasformati da semplici spettatori a protagonisti assoluti della realtà che ci circonda.
Dalla mera funzione di specchi fedeli, anche se spesso distorcenti, della vita reale, in pochi decenni, questo media, grazie alle nuove tecnologie, è diventato esso stesso generatore della realtà che ci circonda, o quella che noi riteniamo essere tale. Le dirette via satellite, le interviste colte al volo, le diverse angolazioni dalle quali si può riprendere e vedere un qualsiasi evento sportivo, le microcamere, le riprese aeree, la copertura globale della vita degli individui rappresentata nei cosiddetti reality show: tutto complotta a favore della perdita del senso del vissuto concreto e della creazione virtuale di unipotetica vita, che il cervello artificiosamente ricrea con tempi, ritmi ed angolazioni sceniche tipiche di una regia televisiva. Alcuni programmi si sono trasformati in una sorta di mondi paralleli virtuali, alla Matrix per intenderci, che mandano in onda immagini e situazioni senza alcun controllo, filtraggio e correzione delle eventuali erronee percezioni dei telespettatori. La televisione oltre a generare altra televisione, in una sorta di effetto Larsen visivo, produce distorsioni talmente macroscopiche nella realtà vissuta quotidianamente da milioni dindividui, da modificarne totalmente le capacità percettive e, conseguentemente, le funzioni critiche. In una sorta di Circo Barnum dellimmagine sono quotidianamente immersi miliardi di persone che ad uno spettatore neutrale e senza sovrastrutture mentali, apparirebbero come dei decerebrati che guardano il nulla generato dal niente. Quella che, forse, è una delle conquiste più stupefacenti del cervello umano, la capacità danalisi critica di quanto accade o ci circonda, è stata sacrificata sullaltare dellimmagine in movimento. Le conseguenze nefaste di tale deriva mediatica sono sotto gli occhi di tutti. Alle elezioni non vince il politico più serio, affidabile, determinato e con un programma condivisibile, ma il personaggio televisivo buffone, barzellettaro, bugiardo matricolato dotato, però, di presenza scenica e di buona capacità recitativa e affabulatoria. Ma non solo in ambito politico, le distorsioni indotte dallonnipresenza televisiva, generano mostri che si annidano nella mente degli abitanti del pianeta terra. In ambito lavorativo non si sceglie il collaboratore più capace, volenteroso, preparato ed affidabile, si preferisce sceglierlo in base a puri canoni estetici che, il più delle volte, sono diametralmente opposti al livello culturale dei prescelti, con le conseguenze che tutti possono immaginare. Per questo ricordatevi che qualsiasi cosa passi in televisione è finzione. Per quanto posa sembrare verosimile è sempre finzione, falsità, surrogato effimero della realtà. Sappiate, perciò, regolarvi in merito.