SERBIA. Boris Tadic, di recente rieletto alla presidenza della Serbia, è stato costretto a decretare lo scioglimento del Parlamento. Il Paese andrà al voto anticipato il prossimo 11 maggio, stesso giorno in cui erano già indette le elezioni locali.
La decisione di Tadic era inevitabile, dopo la crisi apertasi nella coalizione di governo (in carica da appena un anno) tra le forze liberali vicine allo stesso presidente e i nazional-conservatori del premier Kostunica. Contrasti che riguardano lindipendenza dichiarata unilateralmente dal Kosovo lo scorso 17 febbraio e le due diverse visioni nella politica estera e nei rapporti con lUnione europea. Per Kostunica la Serbia deve mantenere la propria integrità territoriale, compreso il Kosovo, mentre per Tadic bisogna anche scendere a compromessi pergarantire l”entrata del PaesenellUe. Il premier Kostunica si era dimesso l8 marzo, prendendo atto che il governo serbo non ha una posizione unitaria sulle questioni che riguardano il futuro del Paese, e tra queste il Kosovo come parte della Serbia. Tutti vogliamo entrare nellUe, – ha detto il primo ministro – ma cè una differenza: con il Kosovo o senza. E noi vogliamo entrare solo con il Kosovo. La seccessione unilaterale della provincia a maggioranza albanese è stata avallata dagli Usa e da molti governi europei, ma respinta dalla Serbia, dalla Russia e da altri Paesi che hanno nei propri territori minoranze con ambizioni di indipendenza.