TRENTOLA DUCENTA. La polemica che in questi giorni sta dando calore alla campagna elettorale è il fatto che nessuno dei maggiori schieramenti parla di lotta alla mafia e alle sue forme similari (camorra, “ndrangheta, sacra corona unita etc.).
Un silenzio assordante che rende ancora più importante il momento simbolico che si è voluto vivere a Trentola Ducenta: abbattere il cancello di via Romaniello, che faceva da estremo difensore alla traversa nella quale cera la villa di Dario De Simone, poi arrestato e condannato per numerosi crimini di camorra. Quella villa fu sequestrata e data in uso al Comune che la passò alla Comunità di Capodarco, che attualmente lha trasformata in una Casa Famiglia per bambini in difficoltà. Restava da eliminare questultimo simulacro, in verità solo un segno arrugginito di un passato certamente da dimenticare. Loccasione della XIII Giornata della Memoria e dellimpegno in ricordo delle vittime delle mafie è stato il momento buono per mettere mano anche a questa ultima opera. Nicola Pagano, sindaco della città in prima fila, alle sue spalle buona parte dellamministrazione comunale, tra cui abbiamo visto lassessore Giuseppina Pirozzi, i consiglieri Antonio Marino e Luigi Cassandra, il comandante la Stazione dei Carabinieri, i referenti di Libera, Valerio Taglione, Mauro Baldascino, Enza Di Gennaro, i rappresentanti la Polizia Municipale, il presidente dellAssociazione Arcobaleno, Vittorio Savino, alcuni colleghi della stampa locale, ma soprattutto le bambine ed i bambini della Compagnia dei Felicioni che fanno parte della Casa Famiglia sia come ospite che come partecipanti al doposcuola popolare che in questa struttura si tiene, naturalmente in forma gratuita. Lopera del fabbro chiamato ad abbattere quelli che furono i cardini di sostegno del vecchio cancello è stata scandita dal ritmo degli applausi di tutti i presenti e la caduta del primo pilone, motivo per un lungo urlo liberatorio. Fortuna ed Antonio, la giovane coppia che dirige la Comunità, hanno voluto, alla fine della breve cerimonia, ospitare tutti gli intervenuti allinterno della Casa Famiglia. Canzoncine, piccoli discorsi e qualche dolcino finale, con tanto di targa per ricordare la giornata che sindaco ed associazione Arcobaleno hanno voluto donare alla Compagnia dei Felicioni, sono stati, senza dubbio alcuno, il segno che anche se altrove regna il silenzio da queste parti ci si batte ancora contro la camorra e la voglia di cambiare strada definitivamente è forte.