AVERSA. Quando parlo dei nostri piccoli problemi ordinari sento sempre langoscia di essere chiusa in un provincialismo inutile. Poi penso che dalle piccole cose si può avere unidea del generale.
Sabato sera sono passata per caso, in auto, in via Corcioni, una strada centrale di Aversa. Ho avuto limpressione di essere in una città abbandonata, in una di quelle città di confine senza identità, senza rispetto per nessuna regola, dove non si sa bene chi deve garantire la sicurezza e la legalità e allora tutto è permesso. Il traffico era paralizzato da motorini fermati in mezzo alla strada, cera anche, davanti a un bar, un auto e fuori due ragazzi, appoggiati alla portiera, che prendevano comodamente un drink da un grande bicchiere trasparente di plastica che poi, ovviamente, è stato gettato a terra. Ho provato a camminare a piedi; i motorini mi sfrecciavano a fianco a velocità incredibili, due, tre persone senza casco su ogni veicolo, e in entrambi i sensi di marcia (la strada in questione è a senso unico). Un ragazzo che andava controsenso visto che il passaggio era bloccato dalle auto, ha fatto una piccola manovra e ha percorso tutta la strada sul bel marciapiede, sempre nel senso di marcia vietato. A quel punto mi sono fermata; sulla mia destra cerano due auto ferme e i conducenti parlavano comodamente tra di loro con il finestrino abbassato, una mamma con una bambina di cinque o sei anni era in chiarissime difficoltà sul marciapiede! E inutile dire che a terra cera di tutto, bicchieri di plastica, bottiglie di vetro, fazzolettini. Un quadro desolante, assurdo, surreale. Facciamo il punto della situazione; mi rendo conto che al mondo ci sono problemi molto più gravi, so che la realtà di via Corcioni è niente rispetto a tutti i rifiuti tossici che continuano a bruciare nelle periferie di Aversa, niente rispetto ai morti del Tibet, niente rispetto alle minacce fatte a Saviano, ma per me è il simbolo di una città abbandonata, anarchica, è lemblema di una decadenza morale e civile che non viene contrastata più da nessuno. E gli eventi, sopra citati, sono solo apparentemente lontani da questa realtà: lanarchia è unabitudine . Qui si conoscono solo gli interventi per situazioni di emergenza, e la quotidianità, la manutenzione ordinaria delle cose? I cittadini sono esasperati, cosa si aspetta per intervenire,qualche morto o qualche fatto eclatante? O forse i politici sono troppo impegnati per la campagna elettorale e non hanno tempo per guardarsi intorno? La verità è che in questa città per vivere bene si deve essere giovani, ricchi e sani, ma se appartieni a unaltra categoria devi stare chiuso in casa. Per paura e per dignità.