San Nicola, tassa rifiuti: prosegue la battaglia dei ricorsi

di Redazione

TarsuSAN NICOLA LA STRADA (Caserta). Si è tenuta martedì sera, presso l’oratorio della chiesa di don Oreste Farina, un’affollata riunione cittadina organizzata dai vertici del locale Partito Democratico e relativo ai rifiuti, alle tasse troppo alte ed al proseguimento dei ricorsi avverso alla commissione tributaria.

Molto ascoltata la relazione del capogruppo PD al consiglio comunale, Giuseppe Celiento, che ha denunziato come quest’amministrazione sia così brava a far veicolare sulla stampa la riduzione di parte della T.I.A., mentre omette di far sapere che a fronte di un risparmio medio annuo per i cittadino di 30 euro, quest’ultimo subirà un salasso medio annuo di molto superiore a quello che risparmia sulla TIA (un esempio, se prima la trattenuta sulla busta paga, pari allo 0,4, era di dieci euro mensili, con l’aumento della trattenuta allo 0,6, passa da 10 a 15 euro mensili). Per Celiento, quindi, si tratta di una sporca operazione. “Un primo problema” – ha affermato Celiento – “è quello inerente l’entrata in vigore della tariffa TIA. Nonostante tutto quello che ancora oggi lo stesso assessore Gallo asserisce, non vi era alcun obbligo legislativo del passaggio TARSU-TIA. Vi risparmio tutti i rinvii che si sono avuti, arrivo semplicemente alla legge 296 della finanziaria 2007 in cui ancora una volta è affermato il rinvio di tale passaggio a gennaio 2009. Al contrario, il nostro assessore non solo lo ha applicato ma lo ha anche retrodatato facendo pagare la TIA ai sannicolesi già da gennaio 2006. Il passaggio TARSU-TIA avrebbe dovuto essere un sistema premiante per i cittadini che effettuano la raccolta differenziata: al contrario nel regolamento preparato da questa giunta comunale non è previsto assolutamente niente in tale senso. Ma la cosa più scellerata che hanno fatto” – ha aggiunto Celiento – “è stata la istituzione dell’Unione dei Comuni “Calatia”. Un ente inutile che oltre alla spesa annuale della sua gestione (circa 600.000euro) ha creato solo danni. Dal suo insediamento il consiglio della unione CALATIA non ha fatto altro che demandare ai comuni facente parte dell’unione il disbrigo di tutti i compiti che erano di sua pertinenza. Inoltre, la cartella di pagamento della TIA avrebbe dovuto e deve contenere: i presupposti che hanno determinato l’imposizione; l’ufficio competente; il responsabile del provvedimento; l’organo e l’autorità amministrativa presso il quale è possibile promuovere un riesame anche nel merito in sede di contraddittorio; l’organo giurisdizionale cui è possibile ricorrere. Nelle cartelle di pagamento ricevute dai cittadini non era trascritto tutto ciò, ed ecco quindi una ragione dei ricorsi. Altro punto importante è quello riguardante l’IVA. La TIA riveste natura tributaria, la gestione diretta da parte dell’ente locale implicherebbe l’esclusione dell’IVA poiché la relativa somma non costituisce il corrispettivo di un servizio bensì una imposizione fiscale”. Insomma, secondo l’esposizione fatta da Celiento, bisogna andare avanti con i ricorsi per non subire passivamente.

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