SANTANASTASIA (Napoli). La notizia è stata comunicata allAmministrazione, in un apposito incontro programmatico, da un gruppo di cittadini di via Romani: lo scoppio della Flobert fece tredici vittime e non dodici.
Lamministrazione comunale con una manifestazione pubblica commemora venerdì 11 aprile, dalle ore 10, il trentatreesimo anniversario del tragico evento, avvenuto l11 aprile del 1975, in cui persero la vita 12 operai, nello scoppio della Flobert, una fabbrica di armi giocattolo sita in contrada Romani. Le vittime, il cui riconoscimento fu arduo perché ridotte a brandelli, erano native o residenti di SantAnastasia, Somma Vesuviana, Ottaviano, Marigliano, Portici e per onorarne la memoria fu eretto un monumento nel locale Cimitero. Lunico superstite fu Ciro Liguoro, che si ritrovò sotto le macerie, pieno di sangue e, dopo la visione che ebbe della Madonna dellArco, come lui stesso racconta, ritrovò la forza di liberarsi e fare pochi passi prima di svenire. Questanno, per la prima volta, il Sindaco ha invitato, con una propria nota inviata ai parenti delle vittime, anche i familiari della tredicesima vittima, Fiorentina Guadagno, che si spense a causa delle ustioni dopo tre giorni dallo scoppio. Nel segno della democrazia partecipata, il programma è stato discusso e approfondito nei dettagli a seguito di apposita concertazione avvenuta tra il Sindaco, lassessore alle P.S., Assunta Cennamo, la presidente della Commissione pari Opportunità, Francesca Beneduce, gli incaricati dellEnte, il Parroco della contrada Romani, don Carlo Cicala e una rappresentanza di cittadini del posto. Commemorare i 13 caduti afferma il sindaco, Carmine Pone e riflettere sullevoluzione del mondo del lavoro ed in particolare sulla sicurezza dei luoghi di lavoro è la molla che mi ha spinto ad agire, con lintento di evitare decisamente connotazioni politiche, quindi tutti sono invitati a partecipare per prendere maggiore coscienza che le morti bianche, tristemente attuali, e i tanti incidenti sul lavoro pretendono risposte e norme adeguate, perché queste tragedie non si ripetano più.