I carabinieri del comando provinciale di Caserta, guidati dal colonnello Carmelo Burgio, assieme alla squadra mobile di Caserta e alla Dia, hanno eseguito 64 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di affiliati al clan camorristico dei casalesi, gruppi Bidognetti e Tavoletta.
Gli arresti sono stati compiuti nei territori dei comuni casertani di Castelvolturno e Villa Literno. Le accuse sono di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsioni, porto e detenzione illegale di armi, traffico di sostanze stupefacenti e illecita concorrenza.
Tra gli arrestati i latitanti Aniello Bidognetti, figlio del boss Francesco Bidognetti, detto Cicciotto e Mezzanotte, Giuseppe Setola e Francesco Di Maio, assieme ad Alessandro Cirillo e Francesco Cerullo, accusati di favoreggiamento. Decisiva per loperazione Domizia la collaborazione con la giustizia della moglie del boss Francesco Bidognetti. Anna Carrino, 47 anni.
Le indagini, affidate ai pm Francesco Curcio e Marco Del Gaudio, sono scattate allinizio del 2000, dopo lomicidio di Luigi Petrella a Castelvolturno. Luomo fu ucciso per errore, era ritenuto dal clan dei Casalesi responsabile della cattura del latitante Giuseppe DellAversano, detto Peppe o diavolo.
Due i filoni investigativi, uno riguardante la concorrenza illecita, laltro il traffico di sostanze stupefacenti. Il primo è legato, in particolare, alla gestione dei videopoker in bar e sale giochi del litorale domitio. Di questo settore, secondo gli inquirenti, si occupava il gruppo dei Tavoletta che aveva acquisito una società divenuta, attraverso minacce e intimidazioni verso commercianti e altre ditte concorrenti, lunica che forniva i videopoker sul litorale. Coinvolte anche una donna e la figlia, titolari della società. Nel mirino del clan anche al clinica Pinetagrande di Castelvolturno. Già il 7 giugno 2005 carabinieri e polizia di Caserta eseguirono 40 ordinanze emesse dalla Dda di Napoli nei confronti di altrettanti affiliati al clan dei casalesi, per il reato di estorsione aggravata.
Laltro filone dindagine, invece, riguarda il traffico di droga, per il quale sono stati scoperti e arrestati il figlio del boss Bidognetti e gli altri due latitanti, ritenuti responsabili, tra laltro, di alcuni omicidi e tentati omicidi riconducibili alla faida tra il gruppo Bidognetti e i Tavoletta-Cantiello per il predominio del territorio.