REGGIO CALABRIA. Associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata al riciclaggio. E’ l’accusa che la procura di Reggio Calabria ha mosso nei confronti del senatore campano Sergio De Gregorio.
Secondo i magistrati, il presidente uscente della Commissione Difesa del Senato e leader del Movimento Italiani nel Mondo, eletto alle passate elezioni con l’Idv di Di Pietro, poi trasmigrato al centrodestra e oggi candidato del Pdl di Berlusconi, nel collegio Campania, avrebbe favorito alcuni prestanome delle cosche calabresi per acquistare l’edificio della ex caserma dell’Esercito, la “Mezzacapo” di Reggio Calabria, situato al centro della città, nelle vicinanze della Questura. Agli atti dell’inchiesta vi sono intercettazioni telefoniche e ambitali. Assieme a De Gregorio è indagato, con la stessa accusa, il consigliere regionale di An ed ex assessore regionale Alberto Sarra, da alcuni giorni protagonista di una polemica tra la procura distrettuale e la corte d’appello calabrese. La prima ne aveva chiesto l’arresto per un’altra accusa, ma la procura ha avocato l’indagine per fuga di notizie. Sarebbe stato Sarra a presentare De Gregorio ad alcuni affiliati alla potente cosca Ficara. I due politici sono stati filmati più volte al ristorante La Quercia di Reggio con gli esponenti della cosca, dove discutevano di immobili. Le date delle intercettazioni coincidono con la campagna elettorale delle amministrative di Reggio, quando De Gregorio ha appoggiato il candidato sindaco di An, Giuseppe Scopelliti, attraverso una lista di centro che aveva come presidente onorario Sarra. Il leader degli Italiani nel Mondo, ricordiamo, è sotto inchiesta anche da parte delle procure di Napoli e Roma. “In quella cena – si difende De Gregorio – si è parlato esclusivamente di politica. Non ho mai ricevuto richieste di intervento a favore di questo o quel progetto imprenditoriale”.
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