Pane e Camorra

di Redazione

pane e camorraLa comicità di Totò non ha confini di spazio e di tempo; è sempre attuale. A lui ho pensato quando ho saputo di questo ennesimo episodio di cronaca tutta campana, a quando diceva: voglio vedere questo scemo dove vuole arrivare!

Il fatto è questo: i carabinieri di Napoli hanno scoperto più di 400 forni abusivi, nella provincia e nel capoluogo. Un forno di pane abusivo ha queste caratteristiche: usa farine e ingredienti non controllati, cuoce il pane bruciando qualsiasi materiale, non rispetta nessuna regola igienico-sanitaria, e ha tutti i lavoratori a nero. Su L’Espresso c’è un articolo di Claudio Pappaianni col titolo significativo e drammatico: “Pane e Camorra”, che rivela aspetti inquietanti e grotteschi del grande imbroglio: per cuocere il pane si bruciano cortecce di nocciole trattate con antiparassitari, vecchi infissi verniciati, i laboratori sono sottoscale umide e ammuffite. Il pane viene venduto, poi, sulle bancarelle per strada o addirittura direttamente dal cofano delle auto aperte, senza nessun controllo, alla luce del sole, sotto gli occhi di tutti. La domanda che noi, poveri mortali, fuori dalle logiche dell’illegalità ci poniamo sono sempre le stesse: perché i vigili e l’ufficio sanitario non intervengono quando sulle bancarelle per strada si vende il pane, le fragole, i carciofi arrostiti e quant’altro? Perché non intervengono le forze dell’ordine anche solo perché non si emette regolare scontrino? La criminalità e la camorra sono diventate una scusa, i confini tra noi e loro si assottigliano sempre di più, perché la camorra è una mentalità, la camorra è il contrario della civiltà. La camorra è anche quando si getta la carta per terra perché quel piccolo gesto, apparentemente innocuo e senza conseguenze, abitua a un modus vivendi che non rispetta il prossimo. Qualcuno ha detto che Napoli è indifendibile. Che avesse ragione?

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