CASAL DI PRINCIPE (Caserta). La camorra cè, ma anche i casalesi. Con questo slogan, coniato dallassociazione Libera, una giovane studentessa si è rivolta a chi sta sporcando la sua terra. video
Al famigerato clan dei casalesi, nel cui regno, Casal di Principe, cittadina del casertano, domenica mattina si è celebrato il 156° Anniversario della Fondazione della Polizia di Stato.
Un evento che segue di pochi giorni dei gravissimi fatti di cronaca, che ha visto vittime persone che avevano denunciato i loro estorsori affiliati alla cosca: Domenico Noviello, titolare di unautoscuola, ucciso venerdì scorso a Castelvolturno, sul litorale casertano, da due killer, e limprenditore Pietro Russo, presidente dellantiracket della provincia di Caserta, a cui lo scorso 13 maggio la camorra ha incendiato la sua fabbrica di materassi a Santa Maria Capua Vetere.
Presente il capo della Polizia, Antonio Manganelli, assieme ad una foltissima schiera di autorità politiche, civili e militari della Provincia di Caserta e della Regione Campania, ma anche ad un numeroso pubblico di cittadini, accorso in Piazza Villa per manifestare il grande bisogno di Stato di cui ha fame il popolo casalese.
Quel termine, casalese, che i cittadini vogliono riprendersi. Come ha gridato dal palco quella stessa studentessa: Vogliamo riprenderci il nostro aggettivo casalesi, noi siamo casalesi, siamo stanchi di doverci vergognare di questo aggettivo. Casalese non è il nome di un clan, ma il nome di un popolo, questo popolo che vuole affermare che cè ed esiste. Siamo un popolo onesto, operoso, lavoratore, con una grande tradizione contadina. I nostri nonni hanno reso fertile questa terra e noi ora vogliamo difenderla da chi la sta sporcando. Siamo nati qui e vogliamo restarci.
E sulle scritte minacciose e gli insulti apparsi sui muri della cittadina contro lo scrittore Roberto Saviano e la giornalista de Il Mattino Rosaria Capacchione, la ragazza ha sottolineato: Se un imbecille scrive una frase sul muro quella scritta non ci rappresenta. Lappello finale va allo Stato: La vostra presenza, qui, oggi, ci rafforza, a patto che domani non ci lasciate soli.
Non lasciateci soli questo è il monito dei casalesi onesti.
Nel suo intervento, Manganelli ha subito chiarito: Siamo qua per non fare passerelle. Poi ha ribadito lo sforzo straordinario che le forze di polizia stanno compiendo per fare abbassare la testa al clan dei casalesi. Intanto, domenica scorsa, una parte dei cittadini casalesi onesti la testa ha deciso di rialzarla.
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