Mentre il made in Italy ha resistito allonda durto della crisi, loccupazione continua a crescere in certi settori industriali, molte imprese, iniziando dal comparto tessile, cominciano a ricuperare la competitività internazionale.
Dallaltro lato, riprende a ritmo vertiginoso limmigrazione da sud verso nord. Nel rapporto annuale presentato dallIstat è stato messo in luce il crescente fenomeno migratorio, segno che al sud le cose sono peggiorate. Oltre allimmigrazione dai paesi extracomunitari, quella interna è unaltra piaga che continua inesorabilmente da mezzo secolo senza mai arrestarsi. Il nord est è la meta preferita dei tanti siciliani, campani e calabresi in cerca di un lavoro. Tra gli anni 2002 fino al 2005 si registrano 1,3 milioni di persone che hanno abbandonato le loro origini spostandosi verso le regioni del nord. A differenza di allora non sono più i grandi gruppi industriali come la Fiat ad essere presi di mira per ottenere un lavoro, gli spostamenti sono indirizzati, soprattutto, verso le regioni del Veneto, Emilia Romagna e Marche. Chiaramente il fenomeno mette in primo piano quello che da sempre è il problema del Mezzogiorno: il lavoro che non cè mai. I numeri dellIstat sono chiari: il divario economico è molto ampio, il numero dimprese è di 127 per il nord, 124 per il centro Italia,