AVERSA. Partito Democratico ai nastri di partenza, anche se di partenza per ora ce nè davvero poca. Gli auspici di unità iniziali hanno trovato un muro di gomma, fatto di vecchie ideologie e metodologie riconducibili ad un fare politica che ci ricorda un altrettanto vecchia Dc.
Eppure gli irriducibili aversani ce lavevano messa tutta per traghettare il vecchio verso il nuovo. Riunioni su riunioni per presentare alla città, ed al contesto più ampio di Caserta, una rinata unità voluta per tirare su un partito in ginocchio. Questo era lo spirito del Pd, uno spirito unitario. Invece qualcosa di diverso è successo, proprio nel giorno in cui lacclamazione doveva essere plebiscitaria, una sorta di rottura di equilibri. Giocano questa partita da un lato il papabile segretario cittadino, nonché consigliere provinciale Rodolfo Parisi, dallaltra il consigliere regionale fresco di adesione Nicola Caputo. Questo il punto. Il coordinamento cittadino doveva essere composto, in modo proporzionale ed in base alle preferenze ottenute durante le primarie del 14 ottobre, da 17 persone, facenti parte delle diverse anime del partito stesso. Il numero fu poi elevato a 20 per consentire un ingresso istituzionale a coloro che sul territorio avevano più rappresentanza come il preside della Facoltà di Ingegneria Di Natale, il deputato Stefano Graziano ed lo stesso consigliere regionale Caputo. Ed è proprio qui che entra in ballo questultimo che, non contento dellunico rappresentante ne chiede di più, tre, rompendo lequilibrio creato a priori. Ma non finisce qui, il tira e molla si fa sempre più aspro ed entrano in gioco anche i big provinciali a sostegno del nuovo arrivato. Il risultato? Con unampia probabilità il numero dei rappresentanti cittadini del Pd passerà da