Concorsi, aversani trattati come italiani di serie B

di Antonio Arduino

 AVERSA. Italiani di serie B. Sono quelli il cui cognome comincia con le lettere C, D, E, F. Si tratta di quindicimila Italiani, oltre un migliaio dei quali residenti ad Aversa e nel casertano.

Discriminati da due amministrazioni statali, quali sono l’Inail e l’Agenzia delle Entrate, che hanno pensato bene (!) di scegliere il medesimo giorno per far espletare, ai candidati il cui cognome inizia con quelle lettere dell’alfabeto le prove di un concorso bandito (da ciascuna amministrazione) per l’assunzione di giovani laureati in economia e commercio e discipline affini. Certo le due amministrazioni non avevano alcun obbligo di consultarsi per scegliere le date concorsuali. Però, resesi conto della concomitanza, avrebbero potuto risolvere il problema di contemporaneità che impedirà a 15 mila laureati di partecipare al concorso che, in tempi di difficoltà occupazionale, rappresenta una vera manna dal cielo per chi cerca lavoro, specialmente se vive nel sud della penisola e in Campania in particolare, dove il tasso di disoccupazione è il più alto d’Italia. “Eppure non c’è stato niente da fare. Per ragione di costi, non sarebbe possibile rimediare. Perché, secondo al direzione dell’Inail, rinviare la prova concorsuale relativa ai giovani il cui cognome inizia con le lettere C, D, E, F creerebbe un aggravio di spesa che l’ente non potrebbe sostenere”. E’ quanto segnala Lucio De Martino che, interessato al problema, considerato che l’Agenzia delle Entrate aveva indicato una sola data per tutti i candidati per l’effettuazione delle prove d’esame mentre l’Inail aveva fissato più giorni per esaminare i concorrenti, suddividendoli in base all’iniziale del cognome, creando la disparità tra Italiani, ha segnalato il problema alla direzione dell’Inail, chiedendo esplicitamente che ponesse rimedio spostando di un giorno la data in cui si ha la coincidenza delle prove. “Purtroppo – ribadisce De Martino – la risposta ottenuta è stata proprio un no. Spostare anche solo di un giorno la prova per quei candidati all’Inail sarebbe costato troppo”. Incredibile. Considerando che non si tratta di effettuare prove aggiuntive, ma solo di rinviare quella già fissata, parlare di aumento di costi a de Martino è parso ingiustificato. È parsa una vera è propria discriminazione, una sorta di razzismo insomma. Da qui l’idea di lanciare un sos dai media affinché la richiesta di rinvio arrivi al ministro Brunetta. Magari il Ministro, se sa, risolve l’inghippo.

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