Movida violenta: 26enne grave in ospedale

di Nicola Rosselli

poliziaAVERSA. A 26 anni lotta contro la morte presso il reparto di rianimazione della clinica “Pineta Grande” di Castelvolturno, F.F., di Trentola Ducenta.

Il giovane è l’ennesima vittima della movida aversana che nelle ultime due settimane aveva già fatto registrare due accoltellati durante una rissa nella strada principe delle notti del fine settimana normanno, ossia via Corcione, ed una serie indefinita di rapine. Questa volta il giovane trentolese è giunto al pronto soccorso dell’ospedale “San Giuseppe Moscati” di Aversa con la testa fracassata. Ai sanitari del nosocomio normanno le condizioni del ferito sono apparse subito disperate, tanto da disporne il trasferimento immediato alla clinica di Castelvolturno.

Secondo una prima ricostruzione operata dagli agenti del locale commissariato, agli ordini del dirigente Antonio Sferragatta, erano passate da poco le una, quando alcuni sconosciuti lasciavano questo giovane, incensurato, presso il pronto soccorso dell’ospedale “Moscati”. Il ferito presentava una profonda ferita alla testa. Una ferita la cui gravità costringeva i sanitari aversani a riservarsi la prognosi e a disporne il trasferimento alla clinica “Pineta Grande”. Le successive indagini dei poliziotti normanni li portava a scoprire che tra la mezzanotte di sabato e le una di domenica si era registrata una violenta rissa in via Michelangelo ad Aversa, nella parte di strada ricompresa tra l’aulario della facoltà di ingegneria ed un noto bar ritrovo dei giovani.

Al momento, però, anche se non dovrebbero esserci dubbi, gli investigatori non danno ancora per certo che il giovane sia stato ferito durante questa rissa. A ferirlo in maniera così grave potrebbe essere stato un colpo inferto con un crick preso da qualche auto ed utilizzato come arma. Così come era avvenuto solo due settimane fa, tra via Ettore Corcione e via Lennie Tristano, quando due giovani di Lusciano furono accoltellati (uno, di appena 19 anni, fu ridotto addirittura in fin di vita) quindi, una banale lite tra giovani, forse dovuta a qualche spinta o uno sguardo più lascivo del solito ad una ragazza di un altro gruppo, sfocia nel sangue, nella violenza. Ed ancora una volta questa violenza è scoppiata durante la movida del week-end.

Al di là di tutte le, utili o inutili che siano, analisi socio-psicologiche sui problemi della gioventù dell’agro aversano, quello che colpisce è la mancanza assoluta di controlli da parte delle forze dell’ordine nelle tre serate del fine settimana. Da quella del venerdì a quella di sabato, migliaia di giovani, moltissimi dei quali provenienti dai comuni limitrofi, fanno le ore piccole trascinandosi tra i diversi bar della città. In alcuni posti, tipo via Corcione e dintorni e via Salvo d’Acquisto e dintorni, è anche vietato ai residenti entrare ed uscire dai varchi carrabili dei propri parchi residenziali. Decine e decine di moto sono parcheggiate ovunque. E parcheggiati sono gli stessi giovani, ma non sui marciapiedi o nei bar, ma anche e soprattutto in strada, sulla carreggiata. Dei vigili urbani manco a parlarne, alle 20 smontano dal servizio, nonostante anelino ad essere denominati “polizia municipale”. Polizia e carabinieri, da parte loro, hanno ben altro da fare che mettersi a controllare il traffico e i bar aperti oltre l’orario consentito. Fatto sta che in questo bailamme senza pari prosperano anche rapinatori che, pistole in pugno, portano via scooter, cellulari e portafogli, come gli episodi di venerdì scorso testimoniano.

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